Crac della società Keller Indagato l’ex sindaco: «Estraneo alla vicenda»

di Simona Duci
L’azienda   Keller di Villacidro
L’azienda Keller di Villacidro
L’azienda   Keller di Villacidro
L’azienda Keller di Villacidro

C’è anche un professionista del Sebino tra le nove persone indagate a vario titolo di bancarotta e peculato nell’inchiesta sul crac della holding elettromeccanica Keller aperta dalla procura di Cagliari. I fatti finiti sotto la lente del pm Andrea Vacca risalgono al 2014. Giovanni Pagnoni, 69enne di Provaglio d’Iseo, ha ricoperto l'incarico di amministratore delegato del gruppo sardo dal 2006 al 2009, per conto e su designazione della HIG di Brescia diventata socia in Keller acquistando azioni e apportando capitale. L’AZIENDA di Villacidro, specializzata nella produzione di carrozze per treni si è lasciata alle spalle 81 milioni di debiti. Pagnoni , che tra il 1990 e il 2004 ha ricoperto l’incarico di sindaco di Provaglio, e dal 2014 al 2017 anche di presidente del consorzio Brescia mercati ha voluto spiegare la sua posizione attraverso un post social. «Mi è stato notificato un “avviso di conclusione indagini”. Il mio coinvolgimento, e quello dell’onorevole Gianfranco Borghini, ex deputato, presidente di Keller, è per aver “rimborsato” al socio che ha ceduto le azioni a Hig il suo finanziamento. Sono state restituite somme versate». LA PROCURA contesta due capi d'accusa a Pagnoni riconducibili, appunto, a un’operazione finanziaria che avrebbe favorito indebitamente l'ex socio Mancini Fin, avvenuta nel 2009 rimborsato di oltre mezzo milione di euro. «Il finanziamento soci - afferma Pagnoni - è stato restituito dalla Keller attraverso una delibera dei soci, ed in base ai patti stipulati fra questi. Il rimborso è avvenuto con denaro apportato allo scopo dalla Hig. Nel gennaio 2009, quando è stato rimborsato al socio che recedeva dalla Keller, non si poteva certo sapere che l’azienda sarebbe poi fallita a novembre del 2014. Quasi sei anni dopo e nel 2010 io non ero più amministratore da un anno. È stato predisposto un Piano industriale di rilancio approvato dal ministero dello sviluppo Economico, in stretto contatto con la Regione, che ha apportato fondi tramite la Sfirs, finalizzato a mantenere 500 posti di lavoro in Sardegna e Sicilia». GIOVANNI PAGNONI si dice sereno: «Presenterò le mie motivazioni con la richiesta di archiviazione della mia posizione. Sono tranquillo, seppur conscio delle strumentalizzazioni alimentate da questa vicenda. Penso di aver ben operato, collegialmente con gli altri 4 consiglieri di amministrazione. Ho cessato poi la carica di Amministratore nel 2009, 5 anni e 6 mesi prima del fallimento! Troppe volte, in vicende fallimentari vengono coinvolti professionisti che svolgono la loro professione e che non sono interessati alla proprietà, non sono soci, ma fanno il loro lavoro come tanti altri dirigenti e quadri aziendali». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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