Corno del Bene, la ferrata si sposta di alcuni metri L’accesso è stato riaperto

di G.Z.
La frana che nel dicembre scorso ha chiuso l’accesso alla ferrata
La frana che nel dicembre scorso ha chiuso l’accesso alla ferrata
La frana che nel dicembre scorso ha chiuso l’accesso alla ferrata
La frana che nel dicembre scorso ha chiuso l’accesso alla ferrata

È stata riaperta la ferrata del Corno del Bene. Lunedì il sindaco di Zone, Marco Zatti, ha revocato le due ordinanze con cui nel dicembre 2018 aveva istituito e poi prorogato il divieto di accesso al cavo d’acciaio che sale in verticale lungo il Corno del Bene, nel cuore del Gölem. Verso la fine di novembre, infatti, a circa 40 metri dalla base della parete di risalita, sulla destra della ferrata, si era staccata una grossa frana. Alcuni macigni e una massa notevole di pietrisco erano rotolati lungo il pendio sottostante per non meno di 300 metri, travolgendo il bosco al loro passaggio. Il punto di distacco del materiale, tuttavia, non aveva coinvolto la ferrata, se non per un unico piolo, che è rimasto parzialmente disancorato. Da allora, per ragioni di sicurezza, gli appassionati di arrampicata, numerosi d’estate, non hanno più potuto utilizzare l’intera infrastruttura. Un’assenza lamentata dai tanti escursionisti che da sempre frequentano la zona. Ora la situazione è tornata alla normalità. NEI MESI SCORSI il sindaco Zatti ha dato incarico a Roberto Parolari, la guida alpina che nel 2015 aveva curato personalmente l’installazione della ferrata del Corno del Bene, di valutare la gravità del danno determinatosi e di individuare un tratto di percorso alternativo. Parolari, a sua volta, ha effettuato alcuni sopralluoghi e si è avvalso della professionalità di un geologo per verificare il grado di compattezza e di stabilità della roccia tutt’attorno alla frana. Sul posto è entrato in azione anche un drone, che ha scattato foto e girato video. Si è quindi deciso di spostare verso sinistra, per chi guarda il Corno del Bene, i primi 50 metri della ferrata. Alla fine Parolari ha lavorato nell’area d’intervento con trapano, barre d’acciaio e pioli. Circa 10mila euro la spesa complessiva a carico del Comune. Adesso, ai piedi e in cima alla ferrata, sono stati posizionati due cartelli. Invitano chiunque voglia mettersi alla prova lungo il Corno del Bene a indossare caschetto, imbracatura, due fettucce munite entrambe di moschettoni e un dissipatore di energia, che serve ad attutire lo strappo in caso di caduta. Consigliato desistere, se piove. Il tracciato della ferrata, lungo 350 metri, ben esposto al sole, parte dalla base del Corno del Bene, che ha la forma di una piramide imponente, e porta in vetta, a quota 1700. Per scalarlo, in genere, ci si impiega un paio di ore. A poche centinaia di metri in linea d’aria c’è il monumento al Redentore che domani accogliera la tradizionale alpina promossa dai gruppi del Sebino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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