Bandiere rosse, la sicurezza viaggia in ritardo

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I disinfettanti portati da casa
I disinfettanti portati da casa
I disinfettanti portati da casa
I disinfettanti portati da casa

Non parlate al conducente», recitava in passato la targhetta a bordo dell’autobus. Oggi, in piena emergenza coronavirus, è anche meglio tenere le distanze. Ma non sempre è possibile, soprattutto se non vengono attivate le misure di sicurezza. Così, con ingegno e fantasia, si è ancora una volta corsi ai ripari improvvisando: a bordo di alcuni treni della linea Brescia-Iseo-Edolo sono state messe delle bandiere rosse per delimitare la zona off limits, quella, appunto, del macchinista. «Va assicurata la distanza di sicurezza a bordo dei mezzi per evitare possibili contagi, invitando i passeggeri a salire solo su carrozze che non siano sovraffollate», spiega Dario Balotta della Federazione dei Verdi. «Trasportare persone al lavoro su un treno o su una metropolitana, derrate alimentari e medicine su un furgoncino, è diventato un servizio essenziale in questa fase dì emergenza sanitaria - insiste Balotta -. Per assicurare questi servizi serve una protezione individuale per gli addetti, che ancora non è completamente assicurata da Trenord». Emblematica al proposito la foto del capotreno, postata sui social, che mostra gel disinfettante e guanti in lattice «portati da casa», anche se l’azienda nelle ultime ore ha assicurato che «i convogli verranno progressivamente attrezzati con un’area identificata e riservata al personale». «Lo sforzo deve essere massimo - sottolinea Balotta -. E invece le mascherine distribuite al personale sono pochissime, e gli altri presìdi praticamente inesistenti». Nonostante l’offerta di Trenord sia stata rimodulata a fronte della drastica diminuzione dei viaggiatori (circa il 40%), «le regole della sicurezza non dovrebbero mai essere messe in discussione», conclude Balotta. •

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