Amianto con vista sul lago
Da Sulzano a Paratico
le bonifiche non decollano

di S.DUC.
L’Opificio Ziliani di Sulzano è in attesa della bonifica dell’amianto
L’Opificio Ziliani di Sulzano è in attesa della bonifica dell’amianto
L’Opificio Ziliani di Sulzano è in attesa della bonifica dell’amianto
L’Opificio Ziliani di Sulzano è in attesa della bonifica dell’amianto

Legambiente Basso Sebino torna a lanciare l’allarme amianto. Le bonifiche di tetti e coperture in fibrocemento proseguono a scartamento ridotto e il comprensorio del lago di Iseo è quello che accusa il maggiore ritardo nel piano di messa in sicurezza fissato dallo Stato. «Regione e Comuni dovrebbero chiedersi perché i bandi per incentivare lo smaltimento dell’asbesto vanno deserti - osserva Dario Balotta di Legambiente -. Evidentemente qualcosa non funziona». TANTO PIÙ che il Sebino è caratterizzato dalla presenza di opifici e retifici dismessi, case e magazzini agricoli, oltre a edifici privati, con significative presenze di tetti in amianto. Spesso le lastre sono corrose, una circostanza che aumenta il pericolo di dispersione nell’ambiente di microfibre di asbesto. Dagli ultimi dati del censimento Ats recentemente rielaborato e pubblicato da Bresciaoggi a Paratico ci sono 30 siti da bonificare, Iseo sono 15, a Pisogne 36. A Sulzano c’è un caso emblematico quello dell’ex Opificio Ziliani. «L’impresa ha delocalizzato l’attività – Balotta - e l’edificio con la copertura di amianto non è mai stato messo in sicurezza. È soprattutto il Comune che dovrebbe vigilare e preoccuparsi, che avvenga l’iter per lo smaltimento, che i proprietari vengano spronati a riqualificare la struttura, che a nostro avviso, e si auspica possa essere ridimensionata, per altra attività, evitando un consumo ulteriore di suolo». Legambiente insiste sulla necessità di un Piano comprensoriale di bonifica, per evitare di minare l’immagine turistica del Sebino. «Occorre varare un nuovo meccanismo che incentivi esemplifichi il ricorso ai contributi – suggerisce Balotta -. I sindaci devono pressare le istituzioni e chiedere che il monitoraggio dell’Ats sia più raffinato così da individuare le priorità sulla scorta del livello del rischio. Legambiente si offre fin da ora a offrire consulenza ai privati interessare a un preventivo sui costi delle operazioni di rimozione dell’amianto».

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