Ogni ora nel
Bresciano due
infortuni sul lavoro

di Cinzia Reboni
Rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, nel 2019 si sono registrate sei vittime sul lavoro in più
Rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, nel 2019 si sono registrate sei vittime sul lavoro in più
Rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, nel 2019 si sono registrate sei vittime sul lavoro in più
Rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, nel 2019 si sono registrate sei vittime sul lavoro in più

Ogni ora nel Bresciano si consumano due infortuni sul lavoro. Dall’inizio dell’anno è come se tutti gli abitanti di un paese delle dimensioni di Botticino, neonati e anziani compresi, si fosse rivolta a medici, pronto soccorso e ospedali per curarsi traumi e ferite. Un bollettino di guerra che ha come punta dell’iceberg le morti bianche che hanno toccato quota 19, quasi tre al mese. Per ora. L’ultima vittima è l’artigiano romeno di 52 anni Gheorghe Voicu, precipitato lunedì da un’impalcatura alla Pieve di Mura. L’affresco a tinte fosche emerge sfogliando il report dell’Inail sull’andamento degli infortuni sul lavoro. Nei primi sette mesi dell’anno sono stati registrati anche 7 mortali in itinere, ai quali andrebbe aggiunto Angelo Baresi di Rudiano, morto folgorato il 21 agosto a Castiglione delle Stiviere.


NELLO STESSO periodo del 2018, la nostra provincia aveva contato complessivamente 13 vittime, 6 in meno, mentre in tutto l’anno solare erano state 23 le morti bianche, di cui 4 in itinere, ovvero in incidenti avvenuti lungo le strade da e per il luogo di lavoro. In tutta la Lombardia, nel periodo gennaio-luglio 2019 ci sono stati 88 infortuni mortali, di cui 26 in itinere. Lo scorso anno, nello stesso periodo, erano stati 83 (28 in itinere). Come si legge nello studio Inail, 82 decessi sono avvenuti nel settore industria, artigianato e terziario, mentre 6 riguardano il settore agricoltura. La maggior parte delle vittime erano uomini (82), contro 6 donne. Prevalentemente - 69 - erano italiani, 5 di Paesi dell’Unione europea e 14 extracomunitari. Più della metà, vale a dire 56, nella fascia che va dai 45 ai 64 anni. Per quanto riguarda le denunce di infortunio sul lavoro, in tutta la Lombardia nel 2018 l’Inail ne ha registrate 120.359, di cui 16.643 a Brescia, mentre nei primi 7 mesi del 2019 sono state 71.444 (25.275 donne e 46.169 uomini), di cui 59.014 durante l’attività lavorativa (57.343 senza mezzo di trasporto) e 12.430 in itinere (7.001 con mezzo di trasporto). Il dato relativo ai primi sette mesi di quest’anno - in leggero calo rispetto al 2018, con 71.681 denunce nel periodo gennaio-luglio - vede al primo posto il settore industria, artigianato e terziario con 56.926 denunce, seguito da 1.641 nel comparto agricolo e 12.877 per conto dello Stato. La maggior parte degli infortuni riguardano italiani (56.933), seguiti da 2.432 persone provenienti da Paesi dell’Unione europea e 12.079 extracomunitari. La fascia dai 40 ai 54 anni è la più colpita, con 33.937 infortuni, mentre 8.161 sono sotto i 14 anni. A Brescia nei primi sette mesi del 2019 ci sono state 9.970 denunce di infortunio, contro le 9.930 dello stesso periodo dello scorso anno. Nel solo mese di luglio se ne sono registrate 1.254, una in meno rispetto al 2018. Complessivamente nel 2018 si erano registrate 16.643 denunce, di cui 14.578 in occasione di lavoro e 2.055 in itinere. La metà dei morti per infortunio su lavoro è causata da un incidente stradale. Come evidenzia il rapporto Inail, le denunce per tali infortuni sono state 93.011 nel 2018, di cui 561 con esiti mortali, e nel primo scorcio del 2019 - dal primo gennaio al 30 aprile -, ne sono state accertate 61.793, di cui 412 mortali. I tre quarti degli infortuni stradali sono in itinere.

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