La Protezione
civile più forte
delle catastrofi

di Cinzia Reboni
A destra il caposquadra Davide Salvi che ha coordinato le operazioni
A destra il caposquadra Davide Salvi che ha coordinato le operazioni
A destra il caposquadra Davide Salvi che ha coordinato le operazioni
A destra il caposquadra Davide Salvi che ha coordinato le operazioni

Al campo di addestramento di Lovernato sono stati tre giorni di fermento, un continuo via vai di mezzi di soccorso, sirene ululanti e ruspe in movimento. La frazione di Ospitaletto è diventata per un fine settimana il quartier generale dell’esercitazione nazionale Ucis, che ha mobilitato da tutta Italia oltre 250 volontari in rappresentanza di 43 gruppi e 226 unità cinofile. Rispetto all’edizione ospitata nel 2011, il maltempo ha reso ancora più probanti e realistici gli interventi di soccorso. Da venerdì sera fino a ieri pomeriggio i volontari si sono misurati con scenari di catastrofi e disastri simulati allestiti in 28 paesi. Sono state testati gli interventi di ricerca in superficie, tra le macerie e in acqua, nel lago d’Iseo. Sotto il sole, ma anche sotto la pioggia. «Del resto, anche il meteo fa parte dell’“emergenza“ - spiega il caposquadra dell’Ucis di Ospitaletto, Davide Salvi -. È stata un’esperienza fantastica, che ci ha dato molte soddisfazioni. Abbiamo lavorato e investito molto per arrivare a questo risultato, dimostrando che, pur se volontari, noi lavoriamo come i “professionisti“. L’asticella della formazione negli ultimi anni si è alzata notevolmente». Dalle cave alla polveriera, dalle cascine agli interventi in quota, i 51 «scenari» hanno riproposto fedelmente terremoti e alluvioni. «Venerdì sera avevamo un’ottantina di unità cinofile operative: siamo partiti in modalità di emergenza per tutta la notte», spiega Salvi. Sabato trenta squadre hanno operato in 43 differenti scenari, mentre ieri le forti piogge hanno reso necessaria la sospensione delle esercitazioni in acqua e la riduzione di quelle in superficie. Confermate invece le ricerche sotto le macerie. «Certo, ci sono stati alcuni momenti di tensione, dovuti soprattutto alla stanchezza. Stemperati però dal “terzo tempo“ di sabato sera», ammette il caposquadra Ucis di Ospitaletto. Al campo base di Lovernato tutto ha funzionato al meglio, grazie anche ai pasti garantiti dall’Arnica di Berzo Demo e Le Torri di Malonno.


GLI INGRANAGGI della macchina organizzativa non si sono inceppati e ognuno ha fatto la sua parte: dalla segreteria del campo alla logistica, dal personale addetto alle telecomunicazioni alla sala operativa, fino alla comunicazione e, perchè no, alla sartoria da campo. Un bilancio «davvero soddisfacente, sotto tutti i punti di vista - conclude Salvi -, reso possibile grazie alla splendida squadra di Ospitaletto e ai due istruttori, il “senior“ Piero Peroni ed il giovane Marco Cervelli, sempre pronti a raccogliere la sfida. É stata un’esperienza che ha arricchito tutti, e che ha dato soprattutto un bel segnale: ci sono tanti giovani che si avvicinano al mondo del volontariato, specialmente nel campo della cinofilia, e questo ci permette di guardare con ottimismo al futuro». Il campo macerie di Pisogne ha offerto un’opportunità formativa straordinaria per le unità cinofile non ancora operative ma che stanno eseguendo tutti gli esami per diventarlo. In campo sono scesi cani e addestratori provenienti da Roma, Genova, Pisa, Venezia, oltre a quelle di Vallecamonica e Sebino.


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