La procura indaga
sulla nuova piazza
di Carpenedolo

di Valerio Morabito
I cantieri sono fermi dopo le dimissioni del direttore dei lavori
I cantieri sono fermi dopo le dimissioni del direttore dei lavori
I cantieri sono fermi dopo le dimissioni del direttore dei lavori
I cantieri sono fermi dopo le dimissioni del direttore dei lavori

La procura di Brescia ha aperto un’inchiesta sul cantiere per la costruzione della nuova piazza. Il pm titolare del fascicolo ha già ascoltato diverse persone tra cui il direttore dei lavori che si è successivamente dimesso dall’incarico. Un passo indietro che, come riferito nell’edizione del Bresciaoggi di ieri, ha costretto il Comune a sospendere le operazioni su piazza Europa. L’iniziativa della magistratura non è stato certo un fulmine a ciel sereno. LE MODALITÀ di assegnazione dei lavori, le procedure di appalto e subappalto prima e alcune presunte irritualità nella gestione dei lavori erano finite da settimane al centro di un rovente dibattito politico. Le perplessità sull’iter dell’imponente investimento da oltre un milione di euro, erano state messe nero su bianco dal doppio esposto che un gruppo di residenti di Carpenedolo ha inoltrato sia alla procura di Brescia che all'Autorità nazionale anticorruzione. In sostanza sono tre le anomalie rimarcate nel doppio esposto. Il primo riguarda l’impresa che si è aggiudicata l’appalto ovvero la Givani di Sona. «Ma dai primi giorni di attività gli operai impegnati in cantiere, invece che quelle della ditta della provincia di Verona, indossavano divise recanti il logo Tima, una impresa di Calcinato che ha partecipato al bando per l’assegnazione dell’intervento, ma che - si legge nelle segnalazioni alla procura a all’Anticorruzione - è stata esclusa per alcune irregolarità formali nella presentazione dell’offerta». Non risulta «alcun contratto di subappalto con Tima, e ci si chiede a che titolo la ditta abbia lavorato o stia ancora lavorando nel cantiere di piazza Europa», continua l’esposto che evidenza irritualità anche nella tempistica dell’affidamento lavori: «Una norma del codice degli appalti prevede che il contratto con l’aggiudicatario non possa essere stipulato prima dei 35 giorni dall’invio dell’ultima comunicazione del provvedimento di aggiudicazione. Peccato però che l’assegnazione definitiva sia avvenuta con una determinazione datata 6 febbraio 2019, mentre il contratto è stato firmato il 22 febbraio 2019, senza quindi che siano trascorsi i tempi previsti dalla legge per questi adempimenti». ED INFINE C'È la vicenda sui controlli delle Belle Arti: «Il 23 aprile 2018 la Sovrintendenza ha prescritto al Comune di incaricare una ditta specializzata in ricerche archeologiche - sta scritto nelle segnalazioni - per sorvegliare i lavori in piazza Europa in quanto gli stessi prevedono scavi oltre i 40 centimetri di profondità. Ma le opere sono state avviate il 18 febbraio 2019, mentre la determina di spesa per l’affidamento della sorveglianza archeologica è del 15 marzo. Quindi in questo arco di tempo non c’è stata nessuna sorveglianza archeologica». Spetterà ora alla procura verificare se ci sono state irregolarità o siano stati commessi reati. L’Amministrazione civica nella determina datata 21 maggio ha preso atto delle dimissioni del direttore dei lavori, l'ingegnere Mattia Macrì, indicando il suo sostituto ovvero l’architetto Marco Casarotto. Nello stesso amministrativo viene sottolineato che le ruspe resteranno ferme «il tempo necessario per verificare lo stato dei lavori di cantiere. Un’operazione che richiederà minimo sei giorni lavorativi». AL NETTO DELL’ESITO dell’inchiesta, sullo sfondo resta un’opera pubblica controversa fin dalla sua gestazione. Le opposizioni, in fase di progettazione, avevano puntato il dito contro gli eccessivi costi della nuova piazza. Al milione di investimento vanno aggiunti alcuni optional ritenuti dalle minoranze voluttuari come i 65 mila euro per le panchine, più di mille euro per ogni cestino dei rifiuti, 250 mila euro di pavimentazione per un lussuosissimo porfido. Infine, per circa 21 mila euro, è stata prevista la costruzione di un bagno pubblico con impianto di aerazione. Nel mirino erano finiti anche i costi di manutenzione dei giochi d’acqua che dovrebbero ornare l’agorà. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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