Il Viminale:
«I gatti restino
clandestini»

di C.REB.
Il consigliere Viviana Beccalossi
Il consigliere Viviana Beccalossi
Il consigliere Viviana Beccalossi
Il consigliere Viviana Beccalossi

I gatti rischiano di creare un vulnus istituzionale tra Governo e Regione Lombardia. Il Viminale ha invitato il Pirellone a ritirare la norma che entro il 2020 istituirà l’anagrafe felina sul territorio lombardo. Il ministero degli Interni minaccia di impugnare il provvedimento se la Regione «non farà un passo indietro». «Siamo di fronte ad un corto circuito istituzionale: Roma vuole impedirci anche di contare i gatti», osserva tra l’indignato e lo stupito il consigliere regionale del Gruppo misto Viviana Beccalossi, tra i promotori dell’iniziativa. «Eppure - incalza Viviana Beccalossi - la nostra è una scelta di buon senso, per prevenire il fenomeno randagismo, con evidenti risparmi per i Comuni e allo stesso tempo nell’ottica di sensibilizzare i proprietari di gatti sull’utilità del microchip, seguendo l’esempio positivo già in atto per i cani». Il provvedimento inserito nel Piano regionale della sanità pubblica veterinaria, introduce l’obbligo di istituire dal primo gennaio 2020 una banca dati informatizzata grazie all’uso del microchip per i gatti presenti sul territorio regionale. In Italia i cani dotati di microchip sono oltre 10 milioni, mentre per i gatti si parla solo del 3% sul totale. Degli oltre 300 mila felini già microchippati su base volontaria, il 36% è in Lombardia, e di questa percentuale l’8% nel Bresciano. Lo specchio della vocazione «petcare» della nostra provincia. Ma il ministero dell’Interno non è dello stesso parere del Pirellone. «L’Ufficio legislativo è chiamato a valutare la costituzionalità dei decreti regionali, e a stabilire se esistono divergenze con la normativa nazionale - spiega Viviana Beccalossi -. In questo caso ci sarebbe un conflitto perchè la legge nazionale non prevede l’obbligatorietà della microchippatura felina». Praticamente il Pirellone sarebbe troppo avanti. «Meno male che per la Lombardia questa avrebbe dovuto essere la legislatura di attuazione dei maggiori poteri previsti dal referendum sull’autonomia - osserva il consigliere regionale -. Negli ultimi anni siamo riusciti a difendere leggi innovative e non certo “facili“, come quelle sulle moschee e per la lotta al gioco d’azzardo. Leggi che un governo politicamente contrario a quello regionale non ha ritenuto di impugnare, o quando l’ha fatto non è riuscito a depotenziare. Sarebbe paradossale che proprio oggi che la Lega è azionista di maggioranza dell’esecutivo, un provvedimento di buon senso e certamente più “innocuo“ come quello sull’anagrafe felina venga cancellato».

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