Il giro del lago
in 250 giorni
sulla eco-zattera

di Cinzia Reboni
L’Isola che non c’era è pronta a salpare per mostrare la sua tecnologia green ai paesi in riva al lago di Iseo
L’Isola che non c’era è pronta a salpare per mostrare la sua tecnologia green ai paesi in riva al lago di Iseo
L’Isola che non c’era è pronta a salpare per mostrare la sua tecnologia green ai paesi in riva al lago di Iseo
L’Isola che non c’era è pronta a salpare per mostrare la sua tecnologia green ai paesi in riva al lago di Iseo

L’isola che non c’era è pronta a salpare verso nuovi lidi. L’eco-zattera messa a punto dagli studenti del liceo Decio Celeri di Lovere, inaugurata ad ottobre dello scorso anno al Circolo nautico Bersaglio di Costa Volpino, è finalmente pronta ad attraversare il lago d’Iseo, toccando 16 paesi in poco più di 250 giorni. L’isolotto - che galleggia grazie ad uno «scafo» realizzato con 30 mila bottiglie di plastica riciclata, e che trasporta un impianto di fitodepurazione delle acque - partirà da Lovere il 28 settembre per chiudere il tour a Castro l’8 giugno del 2020. L’idea è nata per caso durante un laboratorio creativo con Jacopo Fo alla Libera Università di Alcatraz, e si è trasformata in pochi giorni in un vero progetto, studiato nei minimi particolari. Come sottolinea lo stesso Fo, «è stato quasi un gioco di parole. Avevo chiesto ai ragazzi di “sparare“ delle immagini a caso, e siamo partiti da un vaporetto, quello che ogni giorno uno di loro doveva prendere per arrivare a scuola. Poi la fantasia ci ha portati su un catamarano, e alla fine su un’isola. Ma un’isola speciale. Qualcuno si è ricordato che un americano aveva costruito un isolotto galleggiante con le bottiglie di plastica... Il resto è stato tutto un crescendo di creatività e concretezza: ho preso una foto di Lovere, ho fatto un fotomontaggio con l’isola di Bruce Kania, l’ho postata sui social e nel giro di 4 ore la notizia che gli studenti di Lovere stavano progettando di costruire un’isola galleggiante con tanto di filtri per la fitodepurazione del lago, è stata vista da migliaia di persone e pubblicata su tutti i giornali. Si è sparsa la voce che servivano 10 mila euro per realizzarla, e la Beretta si è detta disposta a sponsorizzarla, le scuole vicine si sono mobilitate per raccogliere le bottiglie di plastica. Una magia». Fondamentale il ruolo dei partner privati che hanno creduto in questo progetto, sostenendolo in varie forme. La Beretta Armi di Gardone Valtrompia, la 3F di Bossico e la Fratelli Bianchi di Zandobbio hanno guidato il network di sponsor che ha garantito la totale copertura finanziaria ed il supporto all'impresa degli studenti. L'azienda di Gardone Valtrompia, in particolare, ha messo a disposizione anche un tecnico per curare i dettagli impiantistici. Le bottiglie sono state imbracate nelle reti di Montisola.

 

SULLA PIATTAFORMA di 24 metri quadrati, che pesa quattro tonnellate e può depurare duecento litri di acqua all’ora, sono state posizionate due vasche con piante, ghiaia, sabbia e batteri in grado di filtrare l’acqua del lago. L’isola è quindi dotata di un pannello fotovoltaico per far funzionare la pompa di aspirazione, e di un sistema di filtri capaci di eliminare metalli pesanti, microplastiche e altre sostanze dannose. «L’isola che non c’era non è qualcosa di fermo e immobile in mezzo al lago, ma è in grado di muoversi - sottolinea Fabio Campagnoni, il docente che ha coordinato il gruppo di liceali creativi -. Con il giro del lago raggiungiamo il nostro obiettivo, che è quello di purificare il lago seguendo un percorso a tappe, scelte al fine di raggiungere ogni angolo del Sebino, per permettere agli studenti di ogni scuola di poter visitare l’isola, conoscere la sua funzione e anche lo stato di inquinamento del lago, in modo da sensibilizzare a nuovi metodi di riciclo». L’isola si fermerà ad ogni tappa per un massimo di due settimane. Qui saranno presenti alcuni studenti del liceo che spiegheranno il progetto e sveleranno ogni suo «segreto». «Tutti potranno salire a bordo e testare la magia a sfondo ecologico di quest’opera - spiega Campagnoni -. La piattaforma è un laboratorio viaggiante attento all’ambiente, che finalmente è pronto ad iniziare la sua straordinaria avventura».

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