«Il Chiese in
secca è una bomba
batteriologica»

di V.MOR.
Il Chiese si è tinto di giallo: il fiume  potrebbe essere l’«untore»
Il Chiese si è tinto di giallo: il fiume potrebbe essere l’«untore»
Il Chiese si è tinto di giallo: il fiume  potrebbe essere l’«untore»
Il Chiese si è tinto di giallo: il fiume potrebbe essere l’«untore»

«La stagione irrigua si sta caratterizzando per una condizione di forte criticità idrologica con particolare riferimento alla prima metà di agosto. Infatti, oltre alle elevate temperature riscontrate, nei bacini del fiume Chiese non si sono verificati particolari eventi di natura metereologica in grado di modificare l’andamento idrologico della stagione. Dal 19 agosto la conseguente grave carenza di deflusso idrico distribuibile nella rete dei canali non potrà garantirne le minime condizioni igienico sanitarie». Lo stralcio del verbale del Consorzio irriguo del Chiese risale a quasi un mese fa. Ma alla luce dell’epidemia della polmonite deflagrata nella Bassa, suona oggi come un inquietante avvertimento. L’analisi della rete idraulica sembra avvalorare la tesi che nei pochi centimetri di acqua limacciosa del fiume si possa essere sviluppata la colonia di germi responsabili delle infezioni. Da alcuni giorni, nonostante non sia piovuto, il Chiese la portata del Chiese è tornata stranamente ad ingrossarsi anche se all’altezza del ponte di Borgosotto a Montichiari l’acqua è tornata a colorarsi di giallo. In quel punto circa un mese fa, le analisi delle Gev avevano registrato un anomalo innalzamento della temperatura. Il nesso tra questi fenomeni e il batterio è naturalmente tutto da verificare, ma come ammesso dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera, non viene tralasciata nessuna pista. Compresa quella dei fanghi smaltiti nei terreni agricoli: nel triangolo Lonato-Calcinato-Calvisano, ne vengono trattati 364 mila tonnellate l'anno. Su questo aspetto si è focalizzata l’attenzione del deputato del M5s Alberto Zolezzi. «La legionella - ha affermato il componente della Commissione Ambiente della Camera -, prolifera in acque ricche di sedimenti e nutrienti, ferro, manganese e altri metalli pesanti, prolifera in condizioni di elevata temperatura, di altri agenti patogeni. Quello che avviene lungo il Chiese è un inferno in terra. Le 24 discariche di Montichiari si sommano a decine di migliaia di tonnellate di fanghi di depurazione, gessi di defecazione e digestati sparsi sui suoli di tutti quei comuni. I nitrati in acqua potabile sono sempre sul filo o poco oltre la già lassa normativa nazionale e in falda si arriva a 120 mg/litro, una palude». Secondo Zolezzi,«non si può escludere che qualche importante spandimento abbia favorito la proliferazione di Legionella e unitamente a irrigazione o captazione idropotabile sia fra le concause dell’epidemia. Anche il Chiese può aver avuto un peso. In questo caso, fino alla migliore comprensione del fenomeno, andrebbe sospeso lo spandimento nei comuni con casi di polmonite».

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