Settore scavi:
un’altra cava
a rischio revoca

di Valerio Morabito
Dalla Bassa alla Valsabbia, le cave bresciane stanno attraversando una preoccupante fase di stallo
Dalla Bassa alla Valsabbia, le cave bresciane stanno attraversando una preoccupante fase di stallo
Dalla Bassa alla Valsabbia, le cave bresciane stanno attraversando una preoccupante fase di stallo
Dalla Bassa alla Valsabbia, le cave bresciane stanno attraversando una preoccupante fase di stallo

«Eldorado» addio. La corsa all’«oro» friabile del sottosuolo ha subìto una brusca frenata nel Bresciano, da sempre forziere di ghiaia e sabbia di altissima qualità. Un tesoro naturale al centro di polemiche ambientaliste e amministrative legate all’uso (e abuso) del territorio che, sia pure a scoppio ritardato, sta facendo i conti con una svalutazione legata alla crisi abissale del settore edilizio. Nei circa cinquantacinque bacini estrattivi della provincia manca all’appello quasi un terzo dei metri cubi di materiale rispetto alle previsioni del piano cave già scaduto e in fase di faticosa redazione.


LE DIFFICOLTÀ del settore si specchiano anche nella difficoltà delle aziende a versare gli oneri imposte dalle autorizzazioni. Emblematico il caso - non ultimo in provincia - della società Franzoni di Nuvolera, nei confronti della quale è stato avviato un procedimento di decadenza dell’autorizzazione estrattiva. A luglio la Provincia aveva lanciato un ultimatum chiedendo all’azienda di versare i diritti di escavazione degli anni 2017 e 2018. Scaduti i termini il Broletto ha avviato la procedura di revoca dell’autorizzazione, misura peraltro prevista in tutte le convenzioni. Il quadro è critico: a fine giugno è stato avviato un iter praticamente identico nei confronti della Vezzola a Montichiari. In questo caso il problema non è il mancato versamento degli oneri, ma la sospensione di fatto dell’attività estrattiva. In poche parole non era stato scavato neanche un metro cubo. Per questo il Broletto ha prima diffidato l’impresa e poi avviato un procedimento di decadenza dell’autorizzazione all’esercizio dell’attività di cava. Eppure il rischio è che il nascente piano autorizzi nuovi bacini. Meno di due anni fa - nel pieno della crisi del settore - la Provincia ha autorizzato la società Omega immobiliare ad aprire una cava di sabbia e ghiaia nella frazione di San Bernardino a Montichiari dove nel giro di cinque anni potranno essere estratti 470.642 metri cubi di materiale.

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