Scorie date alle fiamme: il nuovo business illegale

di C.REB.

Viene considerata un’inchiesta chiave per portare alla luce le nuove dinamiche del crimine organizzato che gestisce il business illegale dei rifiuti. Le intercettazioni degli investigatori non lasciano spazio a interpretazioni: volevano trasformare la Lombardia nella «Terra dei fuochi» del Nord. Un progetto criminale che avrebbe dovuto coinvolgere anche il Bresciano. Ma sono stati fermati dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano che recentemente ha portato all’arresto di sei persone accusate a vario titolo di incendio doloso e gestione illecita di rifiuti, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. UN’INCHIESTA che ha aperto uno squarcio nel fenomeno dei roghi di scarti e materiale pericoloso. Tra gli indagati un 34enne nato a Gavardo, titolare di una società di trasporti di Sabbio Chiese. L’organizzazione avrebbe smaltito tonnellate di rifiuti provenienti da impianti di stoccaggio del Milanese, per poi essere trasportati in un capannone abbandonato a Corteolona, in provincia di Pavia, dove venivano appiccati gli incendi. A mettere in moto le indagini è stato un devastante rogo divampato il 3 gennaio 2018. Le fiamme incenerirono duemila tonnellate di rifiuti, in particolar modo plastica, gomma e carta, che fecero impennare i livelli di diossina nell’aria per i giorni e provocarono decine di intossicati. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’organizzazione si preparava ad allargare il suo business illegale e aveva iniziato ad affittare capannoni in tutta la regione. Nel Bresciano il sospetto è che l’organizzazione criminale puntasse ad utilizzare le strutture sparse appunto tra Montichiari e Lumezzane. Nel filone dell'inchiesta, condotta dai carabinieri, sono state scoperte 7 mila tonnellate di rifiuti smaltiti illecitamente con un importante giro d’affari che si aggirava sul milione e 700 mila euro. NEGLI ULTIMI CINQUE anni Brescia è entrata altre quattro volte in inchieste relativi allo smaltimento illecito di rifiuti con presunte infiltrazioni di cupole mafiose. In tutti casi - emerge dal rapporto Cross e dai lavori della Commissione parlamentare sulle mafie - sotto la lente degli investigatori sono finiti personaggi legati alle ’ndrine che attraverso aziende di trasporti si sarebbero occupati di smaltire rifiuti pericolosi a cavallo tra le province di Bergamo e Brescia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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