Merci su gomma: è un assedio senza sosta

di William Geroldi

Il trasporto merci che verrà nei prossimi dieci anni. La Lombardia allinea i dati sugli spostamenti più significativi dei veicoli pesanti e commerciali censiti in un periodo compreso tra fine 2016 e il 2018 per mettere a disposizione dei soggetti pubblici e privati le proiezioni sull’incremento del traffico e di conseguenza valutare investimenti in infrastrutture, nuove politiche di sviluppo territoriale e la sostenibilità ambientale del trasporto commerciale delle merci. Con un elemento da cui comunque partire: il 90 per cento delle merci viaggia ancora su gomma. I TREND economici e quelli attesi nei settori della logistica e del trasporto calcolano al 2030 un aumento dell’11 per cento degli spostamenti veicolari/giorno, pari a circa 384mila movimenti, con Brescia, Bergamo e Milano a spartirsi le fette più grandi della torta. La ricerca, al centro di un convegno svolto martedì a Milano a palazzo Lombardia dal titolo «Il trasporto merci su strada in Lombardia», analizza origine e destinazione all’interno di una stessa provincia, da e per quelle limitrofe, fino al livello nazionale e internazionale distinto in tre tipologie di veicoli: fino a 3,5 tonnellate di massa, da 3,5 a 12 e oltre 12. Il territorio lombardo è stato così suddiviso in 437 zone, frutto dell’accorpamento di Comuni, più 69 zone esterne alla Lombardia, rappresentative di province confinanti, regioni, stati esteri, 20 «cancelli» intermodali (terminal regionali, terminal intermodali esterni, aeroporti cargo, porti liguri e porti idroviari) per un totale di 526 zone. L’indagine segnala in Lombardia per origine e destinazione il movimento di 348mila veicoli al giorno; di questi 60 mila da/per Brescia mentre una quota del 10 per cento, pari a oltre 36mila veicoli commerciali e pesanti, si muove all’interno del solo territorio provinciale. Soltanto veicoli commerciali: escluse automobili, autobus, moto, il che dà l’idea di quanto la mobilità in senso molto ampio costituisca oggi la sfida per eccellenza di ogni politica amministrativa. Brescia, Bergamo e l’area milanese si confermano la punta di diamante del trasporto commerciale, con più del 60 per cento dei flussi generati e attratti in Lombardia nell’arco di una giornata media feriale. Le relazioni prevalenti sono quelle interne alla provincia di Brescia, alla città metropolitana di Milano e tra la provincia di Monza-Brianza e il Milanese. In ogni caso 3 veicoli commerciali e pesanti su 4 hanno relazioni interprovinciali, con un 52 per cento di trasporti concentrati nella griglia fino a 3,5 tonnellate di massa. Ne conseguono riflessi non indifferenti sul traffico, che assegnano una delle più alte concentrazioni a Brescia e la sua «corona». Gli scambi principali della provincia corrono poi lungo l’asse con Bergamo e di rilievo sono i rapporti nell’area orientale con Mantova e Cremona. Nell’ora di punta tra le 7 e le 8 del mattino la Lombardia è interessata dal movimento di 25mila veicoli pesanti e commerciali di cui il 24% concentrato nell’area metropolitana milanese e nel Bresciano con effetti di congestionamento a ridosso della città e lungo le arteria di Valle Camonica e Valle Trompia. Dagli interventi sulla A4 e il raccordo autostradale della Valtrompia sono attesi contributi ad un alleggerimento del pressing esercitato dal traffico. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti