Gli echi del Risorgimento Treponti ricorda il dolore

di Marta Giansanti
La targa commemorativa scoperta ieri mattina a RezzatoLa cerimonia di ieri mattina nel cortile della storica dimora che si affaccia sulla provinciale per il Garda
La targa commemorativa scoperta ieri mattina a RezzatoLa cerimonia di ieri mattina nel cortile della storica dimora che si affaccia sulla provinciale per il Garda
La targa commemorativa scoperta ieri mattina a RezzatoLa cerimonia di ieri mattina nel cortile della storica dimora che si affaccia sulla provinciale per il Garda
La targa commemorativa scoperta ieri mattina a RezzatoLa cerimonia di ieri mattina nel cortile della storica dimora che si affaccia sulla provinciale per il Garda

Mantenere viva la memoria per costruire il futuro: è perseguendo questo impegno che la «risurrezione» del Castello di Treponti di Rezzato è sotto gli occhi di tutti. Testimonianza storica armonicamente inserita lungo la trafficata direttrice di via Garibaldi: il vecchio e il nuovo che si fondono in un’unica immagine senza sbavature. Oggi rappresentata da una fresca e duplice vita: al suo interno la cantina franciacortina Torreggiani - che ha acquistato la villa tre anni fa - e una «casa-museo» per ripercorrere le battaglie risorgimentali di Treponti e di Solferino, e molto altro ancora. PASSANDO dall’epoca risorgimentale fino al secondo conflitto mondiale e infine ad oggi. E proprio ieri un altro tassello è stato inserito nell’affascinante progetto di recupero: una targa, tradotta in tre lingue (italiano, francese e tedesco), per non dimenticare le decine di migliaia di soldati feriti in guerra - italiani, francesi e austriaci - e ricoverati proprio in questo edificio. Perché proprio nel 1859, il palazzo fu adibito a ospedale da campo. Era il 15 giugno, la battaglia di Treponti, dopo solo nove giorni si fece spazio la più cruenta battaglia di San Martino e Solferino. Circa 32mila soldati vennero ricoverati: una foto, ritrovata nell’archivio napoleonico, ne immortala l’ingresso. «Furono tutti curati allo stesso modo grazie alla solidarietà e alla fratellanza dei medici, non aveva importanza il colore della divisa. La seconda guerra di indipendenza italiana fu un vero massacro. Henry Dunant il fondatore della Croce Rossa passò anche da qui, rimase sconvolto e riconobbe quanto il territorio stesse facendo per salvare vite umane», racconta Gianluigi Valotti coordinatore provinciale di «Incontri Franco-italiani» e fautore dell’operazione insieme a Michele Torreggiani dell'omonima cantina e rappresentante del «Comitato Castel Treponti» e a Marco Facchetti, direttore del museo «Rocca D’Anfo». Poche parole prima di scoprire il telo dalla targa: presenti la banda cittadina, alcuni curiosi e molti rappresentanti della vita politica del Comune di Rezzato e dei paesi limitrofi. «Questo è un luogo fortemente caratterizzato da tracce indelebili, da ricchezze artistiche e tradizioni che gli conferiscono un’identità culturale di grande rispetto. Uno dei nostri scopi - sottolinea il sindaco di Rezzato Giovanni Ventura - è l’impegno verso il recupero del patrimonio: avere consapevolezza del passato per guardare al domani e poter contare su una comunità unita e coesa. Ed è proprio da qui che la storia locale si interseca con quella nazionale e mondiale». Luogo simbolo, teatro di eventi di grande rilevanza, «perché - tiene a specificare Valotti - l’Unità d’Italia non avviene per caso, ma a seguito di avvenimenti e sacrifici». E la villa Treponti ne è un esempio, il suo interno custodisce le grida di dolore e di tormento dei soldati feriti sul campo di battaglia. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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