Discariche, spunta la «mappa» delle responsabilità politiche

di Valerio Morabito
Ricostruita la genesi politica delle discariche di Montichiari: negli anni ’80 si registrò un vero boom
Ricostruita la genesi politica delle discariche di Montichiari: negli anni ’80 si registrò un vero boom
Ricostruita la genesi politica delle discariche di Montichiari: negli anni ’80 si registrò un vero boom
Ricostruita la genesi politica delle discariche di Montichiari: negli anni ’80 si registrò un vero boom

Montichiari è da decenni bollata come la «pattumiera d'Europa» a causa delle sue 11 discariche che custodiscono 12 milioni di metri cubi di rifiuti. Una montagna di scorie seppellita soprattutto a Vighizzolo dove negli anni Ottanta è stato autorizzato un numero «monstre» di impianti di smaltimento. Il primo risale al 1986, quando l’esecutivo guidato dal sindaco democristiano Giliolo Badilini disse di sì all'apertura di Pulimetal. Una discarica da 1 milione 800 mila metri cubi di rifiuti su 140 mila metri quadri di territorio. Durante i mandati di Badilini videro la luce la Montiriam 1, la Montiriam 2 e l’Asm-A2A, la Seac e la Valseco-Systema. Sotto l’egida della Dc è stato autorizzato complessivamente lo smaltimento di 6 milioni 552 metri cubi di rifiuti. L’analisi delle responsabilità politiche nella trasformazione di Montichiari in una necropoli di scorie sono al centro della campagna elettorale. Sotto il sindaco della Lega Gianantonio Rosa sono state aperte Seac 2, e riprofilate le discariche Asm-A2A e Systema successivamente ampliate. Mentre nel 2009, a cavallo delle due giunte leghiste di Rosa e di Elena Zanola, prima è stata realizzata la discarica Gedit e la Edilquattro. In entrambi i casi, però, il Comune aveva espresso la sua contrarietà ai progetti. E nonostante il «no» espresso dal sindaco Elena Zanola, nel 2010 è entrata in attività la discarica Ecoeternit per 960 mila metri cubi di rifiuti. NELLE LEGISLATURA a guida Lega sono stati autorizzati oltre 2 milioni 515 mila metri cubi di rifiuti. Nel 2009 la ditta Aspireco ha ritirato la sua richiesta di aprire un impianto di trattamento rifiuti e la Regione Lombardia ha scacciato l’incubo dell’apertura di Padana Green, l’impianto che avrebbe dovuto smaltire 1 milione di metri cubi di scorie, compresi amianto e fanghi tossico nocivi provenienti dalla lavorazione industriale. La bocciatura è stata frutto del fattore di pressione, l’innovativa norma voluta dal Pirellone. Infine, durante il mandato del sindaco Mario Fraccaro, sono state bocciate le rispettive richieste di ampliamento per Systema Ambiente e Edilquattro. Richieste archiviate sempre grazie al fattore di pressione. •

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