Depuratore del Garda: il progetto di Gavardo verso il «tramonto»?

di C.REB.
Il consigliere Marco Apostoli
Il consigliere Marco Apostoli
Il consigliere Marco Apostoli
Il consigliere Marco Apostoli

Costruire il depuratore del Garda a Gavardo «non è un dogma». Lo aveva anticipato a Bresciaoggi dieci giorni fa il vicepresidente della Provincia Guido Galperti, aprendo di fatto al confronto con le amministrazioni e le associazioni che si oppongono al progetto. Una disponibilità sublimata nel corso di una riunione informale dei consiglieri del Broletto, che hanno trovato un accordo sul nuovo testo e dichiarato «ammissibile» la mozione del consigliere Marco Apostoli di Provincia Bene Comune, dopo che l’8 ottobre era stata «congelata» dal presidente Samuele Alghisi perché «irricevibile nella sua formulazione, non avendo la Provincia nessuna titolarità per intervenire nel merito della questione». Il documento, che in sostanza prevede la richiesta ad Acque Bresciane di approfondire e rivedere lo studio di fattibilità del nuovo depuratore del Garda progettato a Gavardo, approderà nell’aula del Consiglio il 14 novembre, un giorno dopo la convocazione della Consulta Ambiente provinciale, che avrà come punto all’ordine del giorno proprio il depuratore del Garda. LA MOZIONE è un autentico bivio per un’operazione finita ormai sotto un fuoco incrociato di critiche e polemiche. Il testo fissa due punti fermi: che il progetto è irricevibile e va promosso uno studio imperniato su soluzioni alternative. La mozione sancisce di fatto che il depuratore del Garda deve essere compatibile dal punto di vista ambientale e avere costi di realizzazione e gestione accettabili. Un po’ quello che hanno ribadito a più riprese i Comitati, che hanno sempre indicato in Peschiera la soluzione «migliore, la più economica, la meno impattante ambientalmente e la più immediata a realizzarsi», evitando «di sventrare i territori, sperperare fondi pubblici e pesare per decenni sulle tariffe dell’acqua di tutti i cittadini bresciani». Non ultimo, si riporterebbe l’acqua depurata dei Comuni gardesani bresciani nel bacino idrografico di riferimento. Sullo sfondo resta il nodo dei tempi: rifare un’analisi costi-benefici dilaterebbe l’iter autorizzativo mettendo a rischio i 100 milioni di euro stanziati dal Governo per l’operazione depuratore. Le risorse tuttavia - hanno rassicurato i parlamentari del M5S - non avrebbero scadenza.

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