Castella, mille «no» alla nuova discarica

di Cinzia Reboni
In oltre mille persone hanno sfilato per dire «no» alla Castella Da Buffalora a Rezzato l’opposizione alla discarica sta crescendo Amministratori e cittadini sono pronti a fare le barricate
In oltre mille persone hanno sfilato per dire «no» alla Castella Da Buffalora a Rezzato l’opposizione alla discarica sta crescendo Amministratori e cittadini sono pronti a fare le barricate
In oltre mille persone hanno sfilato per dire «no» alla Castella Da Buffalora a Rezzato l’opposizione alla discarica sta crescendo Amministratori e cittadini sono pronti a fare le barricate
In oltre mille persone hanno sfilato per dire «no» alla Castella Da Buffalora a Rezzato l’opposizione alla discarica sta crescendo Amministratori e cittadini sono pronti a fare le barricate

In mille in marcia per ribadire il «no» alla nuova discarica di Rezzato. Come nove mesi fa, cittadini, associazioni e istituzioni hanno fatto fronte comune ieri pomeriggio: il corteo dalla chiesa di Buffalora si è diretto a ridosso della Castella 2, tra slogan al vetriolo scanditi al megafono, striscioni e cartelli. «Garda Uno, qui non ti vuole nessuno», «No alla Castella, sì alla salute», «Via le discariche da Brescia»: frasi ripetute all’infinito come un mantra. MERCOLEDÌ è attesa la sentenza del Tar sul progetto, ma Comitato di Quartiere e Codisa non abbassano la guardia. E sperano che i giudici amministrativi boccino l’operazione che prevede lo smaltimento di 14 macro tipologie di rifiuti non pericolosi, per una volumetria totale pari a 905 mila metri cubi. In prima fila, o mescolati tra la gente, anche i rappresentanti delle istituzioni: dal sindaco di Brescia Emilio Del Bono ai consiglieri della Loggia Fabio Capra e Angelamaria Paparazzo (consigliere con delega proprio alla Castella), dall’assessore regionale Fabio Rolfi a Miriam Cominelli esponente della Giunta della Loggia, passando per il consigliere provinciale Marco Apostoli e i sindaci dei Comuni confinanti, Giacomo Marniga per Borgosatollo ed il neo eletto Pierluigi Bianchini di Castenedolo, insieme all’ex Gianbattista Groli. A colpire l’assenza del nuovo primo cittadino di Rezzato Giovanni Ventura. «Negli ultimi anni è stato fatto molto per dire no all’apertura della Castella - sottolinea Emanuela Ogna, ex vicesindaco di Rezzato, ieri in marcia a Buffalora -: abbiamo speso tempo e risorse finanziarie per contrastare questo ennesimo scempio del territorio. Noi siamo ancora qui a far sentire la nostra voce. Ci auguriamo che il nuovo esecutivo prenda posizione e continui su questa strada, per il bene di tutti». La presidente del Consiglio di quartiere di Bettole-Buffalora, Laura Giuffredi, ha sottolineato che «questa manifestazione è una nuova occasione per cercare di smuovere le coscienze, e auspichiamo che sia l’inizio di un capitolo nuovo». Fiducioso anche Emilio Del Bono: «Andremo avanti con la nostra battaglia, e se servirà ci appelleremo anche al Consiglio di Stato. Il fronte del no si sta sempre più consolidando, e siamo sicuri che la nostra voce arriverà al cuore di chi deve decidere. La parte est della città ha già pagato un prezzo altissimo, tra presenza di discariche e punti di criticità ambientale. Il provvedimento relativo all’apertura della Castella 2 non ha tenuto conto di un bitumificio in fase di attivazione, mentre la nascita del Plis del Parco delle Cave potrebbe essere decisiva nella valutazione del Tar. Gli amministratori gardesani non possono essere insensibili a ciò che accade sul territorio, anche se lontano dal loro. Non può essere una logica quella di spostare altrove le problematiche e le criticità ambientali». Per Giacomo Marniga «il vaso non è colmo, ma è tracimato. Un’inversione di tendenza è necessaria. Si è creato un evidente corto circuito tra ciò che è l’interesse dei cittadini, e prima di tutto la salvaguardia della loro salute, e ciò che invece sono gli interessi di chi non molla la presa attraverso il consumo di suolo. Non c’è più spazio, va detto e ribadito». ANCHE IL NEOSINDACO di Castenedolo Pierluigi Bianchini ha sottolineato che «la salvaguardia del territorio è una priorità, un impegno che porteremo avanti nelle sedi più opportune, e in tutti i modi». Alla vigilia della sentenza del Tar, Fabio Rolfi rimarca come «il fronte istituzionale e politico è ormai compatto per quanto riguarda la salvaguardia del territorio. Bisogna andare oltre le appartenenze politiche, guardando al lavoro e all’impegno delle singole persone. Su questo, non si può dire che gli stimoli e i richiami arrivati in questi anni da Buffalora e dintorni non abbiamo contribuito a “contaminare” in senso positivo la politica bresciana. Ma bisogna andare oltre, immaginando qualcosa di più grande rispetto al Plis delle Cave. Oggi la normativa lo permette e gli strumenti ci sono». Solo insieme «si risolvono i problemi - ha aggiunto Fabio Capra -. É tempo di dire basta: c’è necessità di rivedere l’intero comparto delle cave, è ora di cambiare la legge regionale. Lo chiedono i cittadini, e lo richiede l’emergenza ambientale». L’ultima parola è toccata a Francesco Venturini del Codisa. «Siamo numerosi, ma ne mancano molti», ha detto, sottolineando l’assenza del presidente della Provincia Samuele Alghisi e dei nuovi amministratori di Rezzato: «È il Comune capofila, auspichiamo che continui a farsi carico del problema». L’augurio «è di arrivare al risultato attraverso l’intervento della politica», ha aggiunto Venturini, chiedendo a Del Bono un pressing sul Broletto per chiedere il tanto auspicato tavolo politico. «Mi auguro che questa sia l’ultima marcia di protesta, e che la prossima volta sia una manifestazione di festa per il pericolo scampato». •

Suggerimenti