Caporalato, sanzioni per oltre un milione

di Paolo Cittadini
I richiedenti asilo provenivano da India, Pakistan e GambiaI militari nel Nil impegnati in un cantiere
I richiedenti asilo provenivano da India, Pakistan e GambiaI militari nel Nil impegnati in un cantiere
I richiedenti asilo provenivano da India, Pakistan e GambiaI militari nel Nil impegnati in un cantiere
I richiedenti asilo provenivano da India, Pakistan e GambiaI militari nel Nil impegnati in un cantiere

I lavoratori in alcuni casi erano richiedenti asilo (dal Pakistan, dall’India e dal Gambia soprattutto) che lavoravano tra i filari del Garda per pochi euro all’ora, in altri erano invece impiegati in un ristorante della Bassa che in tre anni avrebbe fatto ruotare almeno una settantina di persone senza pagare quasi un centesimo di tasse. I militari del Nil (il Nucleo carabinieri ispettorato del lavoro), in collaborazione con i colleghi delle diverse compagnie del comando provinciale di Brescia hanno assestato un duro colpo al sistema del caporalato attivo, più di quel che ci possa immaginare, anche nel Bresciano. Un centinaio i lavoratori in nero, e in alcuni casi sottopagati, individuati e solo nel mese di maggio hanno elevato sanzioni per oltre 300mila euro nel corso di ispezioni che hanno riguardato aziende vitivinicole del Garda, siamo nella zona di produzione del Lugana bresciano, e della ristorazione nella Bassa. Secondo la ricostruzione fatta dai militari, che per una delle attività hanno preso in considerazione gli ultimi re anni, il volume dei contributi evasi si agirerebbe intorno al milione di euro mentre quello dei primi assicurativi Inail a 30mila euro. CONTROLLI e ispezioni dall’inizio di maggio hanno riguardato un po' tutti i settori dell'economia bresciane. Sotto i riflettori sono finite aziende del settore manifatturiero, tessile, edile, agricolo, nonché nei confronti di discoteche, laboratori di alimenti, bar e ristoranti. Trentasei le ispezioni eseguite nel corso delle quali sono stati controllati 151 lavoratori. Quindici, il 10% del totale, quelli risultati in nero, mentre altri 5 sono risultati clandestini. Sono così scattate le denunce per i datori di lavoro a cui i militari hanno contestato anche sanzioni amministrative per più di 40mila euro. Per 6 aziende è scattata anche la sospensione dell’attività . Per poter rimettersi al lavoro dovuto assumere i lavoratori in nero – tranne i clandestini - stipulando un contratto di lavoro per almeno tre mesi, pagando i contributi a partire dalla data d’inizio del lavoro accertato e saldando le sanzioni elevate. •

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