Guglielmo, statue
sacre decapitate
È caccia ai vandali

di Alessandro Romele
L’edicola sacra razziata e devastata in località Medelèt
L’edicola sacra razziata e devastata in località Medelèt
L’edicola sacra razziata e devastata in località Medelèt
L’edicola sacra razziata e devastata in località Medelèt

Il mondo degli escursionisti si è mobilitato per aiutare gli inquirenti a identificare gli autori del blitz vandalico sul Guglielmo. Come riferito nell’edizione di Bresciaoggi del primo maggio, le statue delle Madonna decapitate e le santelle vandalizzate sono state un pugno nello stomaco per i bresciani che hanno visto profanata la montagna consacrata a Papa Paolo VI. Attraverso i social è scattato uno scambio di post per raccogliere informazioni utili da girare alle forze dell’ordine. Il caso è finito anche sotto la lente della procura. «Ma per il momento non ci sono novità», ammettono i responsabili della Polizia boschiva di Pisogne, impegnata a valutare e a cercare indizi che potessero portare al colpevole o ai colpevoli del gesto. Alla situazione si sono interessati anche i carabinieri della stazione locale, ma l’impressione è che non si arriverà facilmente ad una soluzione per capire chi, nei giorni antecedenti il primo maggio, sia salito in quota – alla località Caravina – per compiere un gesto inqualificabile, oltre che condannabile.

 

«L’APPELLO – AFFERMA l’agente di polizia boschiva Beppe Quetti – è che la Caravina e la Pedalta non diventino luogo di “pellegrinaggio” da parte di nessuno: il sentiero è ancora ghiacciato, ed è molto pericoloso salire verso la cima del Monte Guglielmo, se non adeguatamente attrezzati». Una circostanza che farebbe pensare ad un gesto – la decapitazione e l’abbandono della statua, in bella vista a mo di trofeo sulla via che conduce al Redentore – premeditato, o per lo meno non improvvisato. Non fosse altro che non è semplice staccare la testa a mazzate di una statua in cemento. Intanto, la polemica impazza sulle varie pagine face book: tra insulti e accuse, qualcuno tenta di smorzare i toni e propone una colletta per riparare le statue della Vergine e risistemarle al loro posto. Stando ai primi accertamenti, la devastazione è stata seminata durante il ponte di Pasqua. Ad essere vandalizzate due statue della Beata Vergine e una coppia di edicole sacre che si affacciano sul sentiero che conduce dalla località Medelèt al Passo della Caravina. La scultura in pietra raffiguranti la Madonna con in braccio il bambino era posizionata all’interno di una nicchia naturale di roccia e chiusa da una grata. L’omaggio alla Vergine di un appassionato di montagna ed amante del proprio territorio risaliva a 30 anni fa. La statua è stata sradicata dalla nicchia poi - probabilmente con l'utilizzo di una mazza o di un martello - qualcuno ha decapitato la testa alla Vergine e al Gesù Bambino ed infine abbandonato, come se fosse un macabro trofeo, i resti della scultura sul sentiero che conduce alla cima del Guglielmo. Stessa sorte è toccata alla «Madonnina» del crocevia di Pedàlta, strappata con forza dal suo basamento in alluminio e gettata poi chissà dove. Lungo altri due sentieri sono state date alle fiamme due edicole sacre.

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