Una frana ha spezzato in due l’Alto Garda

di Luciano Scarpetta
Un’imponente  colata di pietre, fango e detriti si è riversata ieri mattina sulla strada Gardesana Sul luogo dello smottamento al confine tra le province di Brescia e Trento sono intervenute tre squadre dei Vigili del fuoco Il materiale ha invaso anche la pista ciclabile a strambiombo sul lagoI controlli sul fronte instabile proseguiranno nelle prossime ore
Un’imponente colata di pietre, fango e detriti si è riversata ieri mattina sulla strada Gardesana Sul luogo dello smottamento al confine tra le province di Brescia e Trento sono intervenute tre squadre dei Vigili del fuoco Il materiale ha invaso anche la pista ciclabile a strambiombo sul lagoI controlli sul fronte instabile proseguiranno nelle prossime ore
Un’imponente  colata di pietre, fango e detriti si è riversata ieri mattina sulla strada Gardesana Sul luogo dello smottamento al confine tra le province di Brescia e Trento sono intervenute tre squadre dei Vigili del fuoco Il materiale ha invaso anche la pista ciclabile a strambiombo sul lagoI controlli sul fronte instabile proseguiranno nelle prossime ore
Un’imponente colata di pietre, fango e detriti si è riversata ieri mattina sulla strada Gardesana Sul luogo dello smottamento al confine tra le province di Brescia e Trento sono intervenute tre squadre dei Vigili del fuoco Il materiale ha invaso anche la pista ciclabile a strambiombo sul lagoI controlli sul fronte instabile proseguiranno nelle prossime ore

Dopo una mattinata di passione è stata riaperta nel primo pomeriggio di ieri la Gardesana a nord di Limone, a circa un chilometro dal confine con il Trentino. A spezzare in due la strada era stata una frana di fango e detriti. È dunque durata quasi otto ore l’interruzione dell’unico collegamento dei paesi rivieraschi, da Salò a Riva. L’emergenza è scattata alle sette. Il violento nubifragio che ha sferzato la zona attorno alle 6 ha riversato sulla montagna un vortice di acqua creando un fiume di fango e detriti sceso inarrestabile a valle tracimando sull’asfalto e sulla ciclabile a sbalzo sul lago prima di scaricarsi nella scarpata sottostante. SU ENTRAMBI i fronti della frana sono confluiti in pochi minuti i Vigili del fuoco di Riva e di Salò, funzionari Anas, pattuglie della Polizia stradale e Protezione civile, mentre a Limone in prossimità del palazzo dei congressi Daniele Comboni venivano posizionate un paio di transenne sulla Gardesana con altrettanti cartelli di divieto di transito. Era l’inizio di un inferno dantesco per turisti e pendolari, costretti a fare dietro front o nel migliore dei casi, parcheggiare in paese in attesa della riapertura della strada. Intorno alle 10.30 si è materializzato nei cieli di Capo Reamol un elicottero dei Vigili del fuoco: a bordo geologi e tecnici del Comune che hanno effettuato un sopralluogo sul versante interessato dalla frana. L’entità del materiale scaricato a valle era infatti tale da non consentire decisioni affrettate di aperture della strada. Le previsioni meteo del resto non erano rassicuranti e il pericolo di altri smottamenti era davvero concreto. Le verifiche strutturali hanno però scongiurato eventuali altri distacchi di materiale dal versante. E mentre ruspe ed escavatori continuavano nelle operazioni di sgombero del materiale dalla carreggiata e i camion facevano la spola andando a svuotare in discarica nella vicina Riva del Garda, in Municipio a Limone veniva organizzato un tavolo tecnico con amministratori, protezione civile e geologi, Vigili del fuoco e forze dell’ordine. ALLE 13.30 L’EMERGENZA è cessata. Mezz’ora dopo, sgomberata completamente dai detriti la sede stradale e la ciclabile a fianco, tutto poteva tornare alla normalità grazie anche (o soprattutto) all’ok del sindaco di Limone Antonio Martinelli che per inciso si è assunto la responsabilità della decisione. Del resto è proprio questa strada che trasformò a partire dal 1931 il paese di Limone da borgo di pescatori e olivicoltori a capitale del turismo gardesano. Una rivoluzione per l’intero comprensorio che oggi conta oltre 7 milioni di presenze turistiche annue, il 70% del totale provinciale, e che è al primo posto dei flussi turistici su ruote dell’Adac, l’Aci tedesco. Per questo motivo dopo la Pasqua alta, un piovosissimo mese di maggio e l’emorragia di tanti turisti verso le mete esotiche del mediterraneo, di questo ennesimo imprevisto non se ne sentiva proprio la mancanza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti