Una flotta al largo per la caccia al siluro

di L.SCA.
La ricerca del pesce siluro ha impegnato domenica dieci barche
La ricerca del pesce siluro ha impegnato domenica dieci barche
La ricerca del pesce siluro ha impegnato domenica dieci barche
La ricerca del pesce siluro ha impegnato domenica dieci barche

Il pesce siluro c’è, ma non si vede. O almeno non si lascia vedere facilmente, perché dopo il crescente numero di catture registrato dal 2015 sul Garda, la prima giornata della campagna di monitoraggio ha dato «fumata grigia». Nessun avvistamento domenica nella zona a est della penisola di Sirmione, dove si era verificata la maggior parte delle recenti catture di questo pesce, considerato specie infestante per la sua voracità. LA PRIMA USCITA di monitoraggio ha visto impegnate ben dieci imbarcazioni e una ventina di subacquei apneisti associati all’Unione pescatori sportivi del Garda. Una giornata di monitoraggi domenicali che hanno avuto inizio alle 10.30 e sono terminate alle ore 12.15. Le aree visionate sono quelle prospicienti la zona di Sirmione lato est, in batimetriche che sono andate dai 3 ai 20 metri circa. «Purtroppo - è il bilancio del presidente dell’associazione, Maurizio Scarmigliati - le basse temperature dell’acqua in questo periodo non hanno permesso ai nostri apneisti una permanenza superiore in immersione. Avevamo scelto questa zona, luogo di catture sempre più frequenti, ma nonostante l’impegno e le numerose immersioni effettuate, non abbiamo registrato avvistamenti, fattore probabilmente da attribuire al periodo non favorevole. Proprio per questo le operazioni condotte dall’Unione pescatori sportivi del Garda non si limiteranno ad un primo esperimento: estendere questi monitoraggi mirati ad altre zone del Garda, allo scopo di arginare l’invasione di uno dei più deleteri pericoli che possono minacciare l’ecosistema lacustre». Al netto degli avvistamenti e delle catture degli ultimi tre o quattro anni, ampiamente documentate, la presenza sporadica di questa specie nel lago non è del tutto nuova: ora è solo più massiccia, ed è questo che preoccupa. «Le prime presenze di questa specie nel Garda – conferma Ivano Confortini, ittiologo responsabile dell’ufficio caccia e pesca di Verona - risalgono alla fine degli anni 80 con catture documentate nel 1988 a Peschiera. Erano esemplari piccoli, di 2 o 3 chili, catturati con reti da fondo per l’anguilla dai pescatori della cooperativa Lugana. La prima cattura nell’alto lago invece risale all’aprile 1995 con un esemplare di 9 chili pescato da Renzo Baldo con la canna alla foce del Sarca». Presenze sporadiche, al tempo. Ma adesso? Se c’è un’invasione, va ad ogni costo stroncata sul nascere. •

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