Turismo sul Garda,
la «pacchia»
è finita

di Luciano Scarpetta
Turismo sul Garda in calo
Turismo sul Garda in calo
Turismo sul Garda in calo
Turismo sul Garda in calo

Gli exploit sono finiti. Dopo gli anni record del 2016 e 2017, con il record di 25 milioni di presenze, di cui 10 milioni sulla sponda bresciana, il turismo del lago di Garda torna alla «normalità», per non dire in crisi, con numeri in flessione.

 

DOPO I DELIRI da «sold out», il calo è palpabile: anche adesso a metà luglio, dopo un inizio di stagione flagellato dal maltempo, non si registra il boom delle ultime annate, anzi. «Non sta andando benissimo», conferma il direttore del Consorzio turistico Garda Lombardia Marco Girardi, sodalizio che raggruppa tra i soci oltre a tutti i comuni bresciani da Sirmione a Limone oltre a Montichiari, Mantova e Brescia, anche 900 strutture ricettive. Quali i raffronti con l’annata precedente? «Anche se i dati della scorsa stagione non sono stati comunicati dalla Provincia, secondo le nostre stime che si basano sugli introiti dell’imposta di soggiorno, possiamo azzardare nel 2018 un 5% in meno rispetto all’anno record 2017».

 

FLESSIONE che prosegue anche in questi mesi: «Purtroppo le settimane piovose di maggio e inizio giugno non si recuperano più - ammette Marco Girardi - e fra 90 giorni potremmo chiudere in negativo tra il 7 e l’8 per cento rispetto al 2018». Meno turismo e diverso, in trasformazione, non necessariamente in meglio: «Dati che devono far riflettere se pensiamo che dal 2017 le cosiddette Cav, le case ad affitto breve per vacanze, sono aumentate da 18 mila posti letto a oltre 29 mila». Ma questo calo perchè? «Tornano di moda dopo qualche anno le mete sul Mar Rosso e nel Mediterraneo in generale, penalizzate negli anni scorsi dalla paura del terrorismo. Per non parlare di Grecia, Spagna e Portogallo - aggiunge Girardi - che attraggono i turisti con una politica di contenimento dei prezzi».

 

OCCHIO AI PREZZI: «Qui da noi sulla riviera – continua Girardi – alberghi, campeggi e B&B hanno sostanzialmente mantenuto le tariffe calmierate, ma non altrettanto si può dire per qualche bar e ristorante che magari propone in listino spaghetti al pomodoro a 15 euro». Chi arriva rimane per periodi sempre più brevi e il traffico sulla Gardesana aumenta per lo più nei fine settimana. «Stiamo correndo ai ripari– ammette il direttore del Consorzio Marco Girardi – prenotando già adesso la nostra presenza a una dozzina di fiere di settore internazionali, oltre ad incrementare i work shop nelle maggiori città del vecchio Continente. Serve in ogni caso il supporto di tutti, dai Comuni in primis con servizi adeguati, e un contenimento dei prezzi». E sull’altra sponda? Anche sulla riva veronese il calo è pressoché identico: «Rispetto al luglio di 12 mesi fa – certifica il sindaco di Garda Davide Bendinelli, proprietario di tre strutture ricettive – il calo è tra il 6 e il 7 per cento». Più o meno le cifre registrate a Lazise: «Tra il 5 e il 10 per cento», ammette il presidente di Assogarda Camping Giovanni Bernini. Forse è il rientro alla normalità dopo qualche anno da fantascienza.

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