Tav ai «supplementari»
per Desenzano
e Lonato

di Alessandro Gatta
Una manifestazione No Tav a Desenzano del GardaIl progetto dell’alta velocità ferroviaria si prende un paio di mesi di tempo tra Desenzano e Lonato
Una manifestazione No Tav a Desenzano del GardaIl progetto dell’alta velocità ferroviaria si prende un paio di mesi di tempo tra Desenzano e Lonato
Una manifestazione No Tav a Desenzano del GardaIl progetto dell’alta velocità ferroviaria si prende un paio di mesi di tempo tra Desenzano e Lonato
Una manifestazione No Tav a Desenzano del GardaIl progetto dell’alta velocità ferroviaria si prende un paio di mesi di tempo tra Desenzano e Lonato

Mentre a Roma si continua a discutere - da una parte Matteo Salvini e la Lega, che la Tav la vogliono fare, dall’altra Luigi Di Maio e i 5 Stelle hanno già avviato uno studio per valutare i costi-benefici dell’opera - l’Alta velocità non sta ferma. Rete Ferroviaria Italiana ha pubblicato ieri l’avviso di «avvio del procedimento volto all’approvazione del progetto delle varianti ai fini della dichiarazione di pubblica utilità», in parole povere un altro passo verso il progetto esecutivo, che però è ancora di là da venire, della tratta Brescia-Verona, lotto funzionale Brescia Est-Verona escluso lo snodo cittadino, con l’inserimento di quattro varianti al progetto definitivo, approvato dal Cipe nel luglio di un anno fa e poi pubblicato in Gazzetta ufficiale nel marzo scorso. A QUANTO PARE le modifiche recepiscono parte delle 309 prescrizioni presentate: riguardano nel dettaglio la galleria artificiale di Lonato Ovest, in territorio di Lonato, lo spostamento a sud del tracciato ferroviario che interessa la galleria di Lonato Est (in territorio di Desenzano), la viabilità in sovrappasso della galleria di Lonato Est in località San Lorenzo (ancora a Desenzano) e la variante relativa a un sottopasso tra Sona e Sommacampagna. Gli interessati hanno tempo 60 giorni per presentare eventuali osservazioni, e quindi fino al prossimo 9 ottobre: gli elaborati del progetto definitivo dell’opera, con le modifiche di cui sopra, sono depositati anch’essi per 60 giorni nella sede di Cepav2 e all’Ufficio territoriale regionale di Brescia, e nelle sedi di Regione Lombardia e Regione Veneto. Rfi fa sapere che «l’approvazione delle varianti comporterà una variazione al piano degli espropri approvato dal Cipe»: significa che ci saranno nuovi espropriandi che andranno ad aggiungersi agli esistenti, e magari vecchi espropriandi che tali non più saranno per le modifiche. Ma ci vorranno comunque almeno due mesi prima che venga avviata qualsiasi procedura (anche solo informativa) sui nuovi espropri. Non cambiano invece le tempistiche per l’elenco degli espropriati già certi. Sul tema il Coordinamento No-Tav Brescia-Verona ha già segnalato l’arrivo delle prime comunicazioni da parte di Cepav2, il general contractor che costruirà l’opera: gli attivisti offrono consulenza legale gratuita. «Per quanto riguarda il procedimento avviato ieri - spiega l’avvocato Fausto Scappini, legale dei No Tav e degli espropriati - immagino che i gruppi e le associazioni non mancheranno di presentare osservazioni. Potranno farlo anche gli espropriandi, ma solo quelli interessati alle varianti al progetto». Nessuna novità intanto sui 5 ricorsi presentati in primavera al Tar del Lazio, in cui si impugna il progetto definitivo in rappresentanza di centinaia di soggetti tra privati, aziende e associazioni, i frati del Frassino di Peschiera, i Comuni di Desenzano e Medole. Niente di nuovo anche per il sesto ricorso pendente, quello al Consiglio di Stato sul decreto di ottemperanza al progetto della Tav firmato dal ministero dell’Ambiente: l’udienza risale addirittura al 15 febbraio, ma risulta ancora «trattenuta in decisione». Ma la battaglia giudiziaria non finisce: «La cosa più urgente - conclude Scappini - sarà impugnare anche il progetto esecutivo, non appena sarà depositato». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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