Il medico turco: «Resto con voi»

di L.SCA.
La dottoressa turca Gözde Utan
La dottoressa turca Gözde Utan
La dottoressa turca Gözde Utan
La dottoressa turca Gözde Utan

Nella mobilitazione mondiale per l’Italia c’è chi fa giungere il suo carico di solidarietà da Cuba, dalla Cina, dall’Albania, mentre i bandi di arruolamento per medici e infermieri spuntano un po’ ovunque nelle regioni maggiormente colpite dal virus. TRA TANTE STORIE di medici magari rientrati dalla pensione per tornare a dare una mano nei reparti, c’è anche chi come Gözde Utan, cittadina turca, ha preferito rimanere in Italia per provare ad aiutare la terra che l’ha accolta. Nata a Istanbul nel 1987, la giovane dottoressa risiede da qualche tempo a Puegnago con il compagno Andrea dopo il tirocinio per l’abilitazione medica, prima all’ospedale di Montichiari, poi in uno studio ambulatoriale a Salò «Nei nostri programmi futuri - racconta - il piano era quello di trasferirci ad Istanbul, una volta ricevuta l’abilitazione. Lo scoppio della pandemia, il rapido peggioramento della situazione sanitaria in Italia, e in special modo nel bresciano, mi hanno fatto poi cambiare idea, nonostante la possibilità di poter rientrare grazie a un volo organizzato dal Consolato di Turchia in Italia, che ringrazio, ho deciso di restare sul Garda e di aiutare, per quanto possibile, i colleghi e il sistema sanitario impegnati in questa guerra che fa pagare a Brescia il prezzo più alto in termini di sofferenza e vite umane spezzate». Durante gli studi universitari, dopo la prima laurea in ingegneria chimica e biologica a Istanbul, Gözde Utan ha avuto la possibilità di studiare biologia molecolare anche in Germania e negli Usa, prima di laurearsi anche in Medicina a Pavia, «rapita dall’idea - spiega - di poter vivere in un Paese bello e affascinante come l’Italia». L’incontro con il compagno (la sua famiglia è originaria di Tremosine) ha fatto il resto facendole conoscere la sponda bresciana del lago dove ha scelto così di continuare il lavoro: «Con il giuramento di Ippocrate - dice convinta - promettiamo di prestare soccorso nei casi d’urgenza e di metterci a disposizione dell’autorità competente, in caso di pubblica calamità, e mai quanto oggi questo giuramento deve essere valido, a prescindere dalla nazione di provenienza. Potendo da fine marzo esercitare la professione di medico a Brescia, spero di poter dare presto il mio contributo». •

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