I pescatori «baby sitter» delle aole neonate

di Luciano Scarpetta
Il tratto di lago sulla sponda veronese dove è avvuta la schiusaL’esperimento rientra nel progetto di ripopolamentoUno degli esemplari, 2milioni quelli venuti alla luce nei giorni scorsi
Il tratto di lago sulla sponda veronese dove è avvuta la schiusaL’esperimento rientra nel progetto di ripopolamentoUno degli esemplari, 2milioni quelli venuti alla luce nei giorni scorsi
Il tratto di lago sulla sponda veronese dove è avvuta la schiusaL’esperimento rientra nel progetto di ripopolamentoUno degli esemplari, 2milioni quelli venuti alla luce nei giorni scorsi
Il tratto di lago sulla sponda veronese dove è avvuta la schiusaL’esperimento rientra nel progetto di ripopolamentoUno degli esemplari, 2milioni quelli venuti alla luce nei giorni scorsi

Sognatori, inguaribili ottimisti, irriducibili? Chissà. Il primo dato oggettivo è che la prova di ripopolamento di alborelle del lago portato a termine nei mesi scorsi dall’Unione pescatori sportivi del Garda in collaborazione con l’ittiopatologo Andrea Giacinti e i subacquei di Aquadive (come anticipato nei giorni scorsi) è andato a buon fine con la nascita di circa 2 milioni di esemplari. La seconda notizia emersa l’altra sera a Brenzone in occasione della relazione finale del progetto «Aola 2019», è che questo esperimento pilota verrà incentivato nei prossimi mesi in altre località della sponda veronese e replicato anche sulla sponda bresciana del lago. «I RISULTATI sono andati ben al di la delle più rosee aspettative – commenta il presidente del sodalizio dei pescatori, Maurizio Scarmigliati – Abbiamo ricevuto la disponibilità a ripetere l’esperimento oltre a Brenzone, anche sulle rive dei comuni veronesi di Malcesine, Torri e Garda». L’idea adesso è di coordinare le forze nei territori, magari coinvolgendo altre associazioni di pesca gardesane, per espandere i «letti di frega» anche in molte altre località benacensi. SULLA SPONDA bresciana come è la situazione? «Il comune di San Felice – anticipa Scarmigliati - ha garantito la disponibilità per l’assistenza durante l’esperimento, così come Manerba e Toscolano Maderno. L’ideale sarebbe arrivare alla fine dell’inverno potendo contare nell’adesione di una quindicina di comuni». Alla resa dei conti gli ostacoli maggiori non sono nei fondi da reperire (poche migliaia di euro), ma nel trovare volontari che possano vigilare i contesti di frega durante il periodo di schiusa delle uova. L’idea infatti, è stata quella di posizionare nel laghetto di pesca sportiva ad Alpo di Villafranca dove dimorano numerosi esemplari adulti, dei letti di frega artificiali realizzati in cassette di plastica del tipo usato nei mercati ortofrutticoli, riempiendole poi con circa due centimetri di ghiaia fine e setacciata. I letti di frega carichi di uova fecondate sono stati in seguito trasferiti sul Garda in alcune zone comprese tra Malcesine e Castelletto di Brenzone e protetti da strutture contro le predazioni e i bruschi movimenti di acqua dovuti al maltempo. Dopo una settimana è avvenuta la schiusa di tutte le uova. Un evento che mancava nel Garda dal 2004, ultimo anno in cui il pescato è risultato di 3 quintali. Poi il nulla. •

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