«Così sono uscito dal tunnel del terrore»

di Alessandro Gatta
La Peugeot rimasta sommersa nel sottopasso di Raffa di PuegnagoL’auto viene trainata fuori dal sottopasso dai Vigili del fuoco
La Peugeot rimasta sommersa nel sottopasso di Raffa di PuegnagoL’auto viene trainata fuori dal sottopasso dai Vigili del fuoco
La Peugeot rimasta sommersa nel sottopasso di Raffa di PuegnagoL’auto viene trainata fuori dal sottopasso dai Vigili del fuoco
La Peugeot rimasta sommersa nel sottopasso di Raffa di PuegnagoL’auto viene trainata fuori dal sottopasso dai Vigili del fuoco

Il sottopasso di Raffa di Puegnago ha rischiato di trasformarsi in una trappola mortale per un giovane di 30 anni che abita in paese: mercoledì nel pieno della tempesta che ha devastato la Valtenesi è rimasto incastrato nella sua auto, una Peugeot 207, nel tunnel allagato, ed è riuscito a liberarsi solo sfondando la portiera a calci, quando ormai aveva l’acqua alla gola. «Ho visto la morte in faccia - racconta - quando avevo l’acqua al petto ho pensato alla ragazza che amo, alla mia famiglia, a tutto quello che non avevo ancora fatto nella vita. Ma non ho mai perso la lucidità, e con tutte le forze che avevo ho preso a calci la portiera finché non si è aperta, avevo l’acqua che mi arrivava al mento». Tutto è successo in pochissimi minuti, poco prima delle 13: sotto la pioggia battente il ragazzo ha provato ad attraversare il sottopasso, ma la sua auto si è fermata perché l’acqua era già alta mezzo metro. Già non poteva più uscire, perché la centralina è andata in corto circuito bloccando le portiere. In quel momento ha chiamato il padre, che l’ha raggiunto da casa: «Non eravamo molto preoccupati - spiega il papà – perché l’acqua era alla maniglia e sembrava che il peggio fosse passato, quindi sono andato a casa per chiamare il 112 e per prendere un martello, con cui pensavo di spaccare il finestrino. Ma quando sono tornato, meno di 5 minuti più tardi, ho visto l’auto completamente sommersa: ho cominciato a urlare e a chiamare aiuto, ho pensato davvero di perdere mio figlio». Dalle case vicine sono accorsi in tanti, che si sono immersi nel tentativo di liberare il giovane. Alla fine ce l’ha fatta da solo, poi subito soccorso: sono arrivati i Vigili del fuoco da Brescia e da Salò e una pattuglia della Polizia stradale di Desenzano. «Se ci ripenso mi commuovo - dice il 30enne - perché mai avrei pensato di poter morire così. Ma per questo dico a tutti di stare alla larga da quel sottopasso: quando piove è una trappola, ho paura che possa capitare ad altri». Il sottopasso in effetti è operativo da pochi anni, dopo tanti anni di lavoro, e non è la prima volta che si riempie d’acqua: qualcosa non deve aver funzionato (e non funziona ancora), dalla segnaletica alle pompe agli scarichi.

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