Chiuso l’ultimo
bar, via Brescia
è un deserto

di Alessandro Gatta
Via Brescia, una lingua di asfalto in mezzo ormai al nulla
Via Brescia, una lingua di asfalto in mezzo ormai al nulla
Via Brescia, una lingua di asfalto in mezzo ormai al nulla
Via Brescia, una lingua di asfalto in mezzo ormai al nulla

Come passa il tempo, nostalgia canaglia. Una decina d’anni fa, appena dopo il cartellone blu che indica il confine di Sirmione, in via Brescia c’erano il benzinaio, un bar sempre pieno di gente, una nautica che ha fatto la storia. Il benzinaio ha chiuso da un po’, non rimane più nulla se non le transenne di un cantiere che ancora non c’è. La Nautica Moretti, che ha tenuto botta per 64 anni, ha chiuso i battenti per sempre alla fine del 2017. In questi giorni, infine, serrande abbassate anche per il New Nautilus Cafè, il locale gestito da Luigi Lecchi che ha resistito per 12 anni, e avrebbe resistito ancora. Era l’ultimo baluardo di una zona che adesso è vuota, svuotata: appunto le transenne, l’erba che cresce e spezza in due il cemento, il capannone della nautica dove ancora si legge «Affittasi» e «Vendesi». Dieci anni fa, dicevamo, non c’era un weekend dove il parcheggio non fosse pieno di gente, d’estate e d’inverno. Ora i tempi sono cambiati. Per sempre. Giù il sipario. «Avrei voluto continuare – spiega Lecchi – ma non mi hanno voluto rinnovare l’affitto. Ho provato ad avviare una trattativa, ma non c’è stato niente da fare. Certo il bar non aveva più i fasti di un tempo. Ma comunque era aperto, l’ultimo segno di vita in una zona che ormai è abbandonata, all’ingresso di Sirmione».


GIRA VOCE che là dove oggi tutto è vuoto potrebbe arrivare un nuovo supermercato. Un altro? Sulla concentrazione di supermercati alimentari sulla direttrice Desenzano-Peschiera non basterebbe una pagina intera. Ma intanto in via Brescia ce n’è uno che è aperto da chissà quanto, a marchio Italmark. Dall’altra parte della strada un rinomato showroom di mobili e arredamento. Nel mezzo una strada chiusa al transito con barriere di cemento in tinta gialla. Andando avanti, a poche centinaia di metri di distanza, svoltando a destra (o a sinistra, per chi arriva dalla tangenziale fino alla rotatoria di via Carlo Marx) c’è poi la celebre zona della Colombarola. Un grande capannone, migliaia di metri quadrati su due piani: un tempo c’è stato il bowling, la balera, un ristorante con cocktail bar, qualche afterhour notturno. Un luogo che ha avuto le sue fortune, alterne, ma che ormai è chiuso (e vuoto). Un lampo nella notte, poco tempo fa, è stato il Flash Dance, discoteca old-style (si ballava pure il liscio) che però ha già abbassato le serrande, e ormai son quasi due anni.


IL TEMPO passa, il segno del tempo rimane: il recupero dell’area abbandonata è stato uno dei piatti forti della campagna elettorale di primavera. Ma ad oggi è ancora un grande punto di domanda, alle porte di Sirmione. Niente di certo all’orizzonte: quello che è sicuro è che l’area ha una destinazione d’uso di tipo commerciale, ma entro i limiti dei cosiddetti negozi o esercizi di vicinato, e quindi punti vendita ma con una superficie inferiore ai 150 metri quadrati. Già non mancherebbe qualche interessamento privato. Tempo fa, ormai qualche anno, si parlava addirittura di una cittadella dello shopping, con 60 negozi e investimenti milionari.

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