Chiostro, sarà guerra a colpi di carte bollate

di Luciano Scarpetta
L’area della Società lago di Garda: privati e Comune si sfidano al Tar
L’area della Società lago di Garda: privati e Comune si sfidano al Tar
L’area della Società lago di Garda: privati e Comune si sfidano al Tar
L’area della Società lago di Garda: privati e Comune si sfidano al Tar

Chissà ancora per quanto rimarrà in «bella» vista all’ingresso di Gargnano la desolante malinconia dell’ex cantiere della Società Lago di Garda, da decenni ormai in stato di perenne abbandono. Dopo l’adozione in aprile della variante urbanistica per gli immobili dell’ex convento francescano e gli annessi locali della Società, i proprietari hanno presentato ricorso al Tar, contro il Comune e contro i tecnici coinvolti, per l’annullamento del provvedimento. In risposta, il Comune si è costituito in giudizio con i propri avvocati. LA VARIANTE al Piano di governo del territorio ridefinisce le iniziali previsioni urbanistiche, tornando alle previsioni del 2008 per realizzare una passerella a lago, l’uso pubblico del Chiostro francescano, la destinazione del 50% del comparto a uso residenziale e soprattutto un parcheggio pubblico da 32 posti nell’area esterna. Un «parto» difficile. Dopo la presentazione nel 2008 del Piano di recupero, nel 2014 il crollo della «sala della cernita» e il ricorso presentato dalla Parrocchia di San Martino comportano il rallentamento dei lavori. Viene chiesta una proroga con il rinnovo della convenzione urbanistica e nel 2015 viene avanzata un’ipotesi di variante che comporta oltre alla parziale pedonalizzazione di via Roma, l’aumento degli insediamenti residenziali al 95% del totale e due nuove unità abitative al posto del parcheggio. In cambio la proprietà avrebbe ceduto al Comune 111 posti auto del nuovo autosilo da realizzarsi sotto il campo sportivo dell’Oratorio incrementando le superfici ad uso pubblico. Nel 2016 però si interrompe il dialogo tra Comune e nel 2017 l’istanza di un nuovo piano attuativo viene respinta, non essendoci accordo sulle opere di interesse pubblico. Poi lo stallo e l’ipotesi di esproprio. «LA NOSTRA POSIZIONE - chiarisce il sindaco Giovanni Albini - non prevede l’esproprio come prima scelta. Con la variante viene definita la destinazione dell’area, così da disporre in futuro dei necessari strumenti per un’acquisizione forzosa, se necessaria. La variante adottata rende più sostenibile in prospettiva lo sforzo economico per attuare l’esproprio anche se c’è da muoversi con cautela». Per questo motivo restano accantonati a bilancio, in attesa di essere utilizzati per la realizzazione del parcheggio pubblico e la passerella a lago, i 460 mila euro acquisiti mediante la parziale escussione della garanzia di circa 700 mila euro. E nel frattempo la parola agli avvocati. •

Suggerimenti