Festival internazionale
dell’olio, Toscolano
assegna gli «Oscar»

di Luciano Scarpetta
La giuria di esperti del Leone d’Oro dei Mastri OleariOlivia Gama e Maria Paola Gabusi
La giuria di esperti del Leone d’Oro dei Mastri OleariOlivia Gama e Maria Paola Gabusi
La giuria di esperti del Leone d’Oro dei Mastri OleariOlivia Gama e Maria Paola Gabusi
La giuria di esperti del Leone d’Oro dei Mastri OleariOlivia Gama e Maria Paola Gabusi

Più che un concorso, il Leone d’Oro dei Mastri Oleari, è stato un festival internazionale del gusto dedicato alle produzioni d’autore. Il successo ha gratificato l’impegno di Maria Paola Gabusi, presidente del concorso, assaggiatrice professionista e Panel leader che negli ultimi tre anni ha ridato lustro all’evento valorizzando la biodiversità, portando il meglio del comparto mondiale in alto Garda, nel suo oliveto secolare tra le colline di Toscolano e nelle tre case risalenti al 1200 dedicate all’olio extravergine di oliva. Oltre che da tutta Italia, i competitor sono arrivati da Spagna, Portogallo, Marocco, Grecia, Turchia, Istria e addirittura dalla California e dal Brasile. Per la precisione erano 228 gli olii che hanno aderito all’edizione 2019 del Leone d’Oro dei Mastri Oleari, il concorso più longevo non solo in ambito nazionale. Dopo ben sei mesi di assaggi di una task force che ha ottenuto anche il riconoscimento professionale del Mipaaf, il ministero delle politiche agricole e alimentari, la giuria di esperienza mondiale ha terminato le selezioni determinando i riconoscimenti finali. «NONOSTANTE l’annata difficile il livello qualitativo dei campioni arrivati per concorrere al premio del Leone d’Oro è stato oggettivamente alto», osserva Maria Paola Gabusi. Sette le categorie in concorso: monovarietali italiani, monovarietali esteri, Blend Italia, Blend estero, biologico Italia, biologic-Organic estero e piccoli produttori esclusivamente made in Italy. Previsti altri 4 riconoscimenti: il Leone Kids assegnato dai piccoli studenti della 4a elementare di Toscolano ad un casaliva denocciolato della Olio cru di Riva del Garda, il Leone social assegnato in loco alla Boutique Farm di Paolo Bonomelli da assaggiatori «digitali» capitanati dalla web influencer Olivia Gama, così come il Best Packaging, aggiudicato da una giuria di designers, fotografi, illustratori, pubblicitari ed artisti alla triestina Ota Ilija. AL NETTO DELLE SEZIONI estere premiate, tra i monovarietali italiani il leone d’oro va al marchigiano Massimo Mosconi mentre nella sezione biologico Italia si aggiudica il premio l’azienda agricola perugina Batta. Blend Italia è stato invece appannaggio dell’azienda agricola barese Ortoplant mentre ai piccoli produttori italiani il Leone va alla senese Il Casino di Sala. A tener alto l’onore della sponda bresciana del lago ci ha pensato l’azienda agricola Cavazza con i sui 100 ettari di olivi sparsi tra Moniga e Manerba, giunta in finale nella sezione social. «Tante categorie – spiega Gabusi – perché non esiste l’olio più buono del mondo, ma esistono oli così entusiasmanti che devono essere valorizzati nella loro diversità». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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