Controlli fiscali
«addomesticati»:
scattano 8 arresti

di N.P.C.
La Guardia di finanza
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La Guardia di finanza

Una rete di complicità, un complesso intreccio tra funzionari dell’Agenzia delle entrate compiacenti, militari delle Fiamme gialle e agenti della Polizia locale infedeli e professionisti «faccendieri», intessuto per garantire l’impunità agli evasori fiscali in cambio di tangenti. Una da 60 mila euro versata da un imprenditore di Castrezzato sarebbe in particolare la pietra angolare dell’inchiesta aperta la scorsa estate dalla procura di Brescia, che ieri ha subìto una brusca accelerazione con l’esecuzione di otto misure cautelari, sette in carcere e una agli arresti domiciliari. I provvedimenti sono scattati per il pericolo di inquinamento delle prove. Gli indagati, dopo alcune perquisizioni e sequestri effettuati nell’estate scorsa, avevano cercato di sbarazzarsi di documenti fiscali, finanziari e informatici compromettenti avvalendosi di una serie di favoreggiatori che li aiutavano nell’inquinamento delle prove. Il sistema fatto emergere dalle indagini della Guardia di finanza di Chiari sotto il coordinamento del pubblico ministero Carlo Nocerino, ruotava attorno a uno studio di consulenza fiscale di Castrezzato che assicurava controlli tributari pilotati e addomesticati ai loro clienti, che in cambio di un extra potevano usufruire di informazioni riservate. Nell’inchiesta sono coinvolti una professionista, titolare di un noto studio di consulenza e di elaborazione dati, un suo collaboratore, un imprenditore della Bassa, due militari della Guardia di finanza in servizio (un ufficiale e un ispettore), un loro collega in pensione, il comandante coordinatore della polizia locale di Castrezzato e un funzionario dell’Agenzia delle Entrate di Brescia, quest’ultimo destinatario della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio della funzione pubblica.

 

L’INDAGINE È STATA avviata dagli stessi finanzieri che hanno individuato una serie di connessioni illecite tra un imprenditore ed esponenti della pubblica amministrazione, che vedeva come baricentro uno studio professionale di Castrezzato. L’attività di consulenza offriva l’intermediazione per pilotare controlli fiscali nei confronti dei propri clienti e garantiva la disponibilità di informazioni riservate esclusivamente agli uffici finanziari, grazie ad una rete di contatti diretti e illeciti. Durante la prima fase dell’attività investigativa sono stati raccolti riscontri in una serie di database dell’ufficio di consulenza, ma a dare la svolta è stata una tangente da 60 mila euro versata da un imprenditore che, temendo di essere finito sotto la lente di un’ispezione tributaria, si era rivolto ai professionisti di Castrezzato. Da qui le perquisizioni scattate l’estate scorsa. Gli indagati - hanno accertato gli inquirenti - hanno poi cercato di inquinare le prove facendo leva sui militari della Guardia di finanza. Il pm Carlo Nocerino ha espresso il suo apprezzamento per la professionalità dei finanzieri manifestata nella conduzione della delicata indagine che ha visto anche il coinvolgimento di alcuni loro colleghi.

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