Chiazza sul Garda Esplode la rabbia degli albergatori

di Luciano Scarpetta
Un’immagine emblematica degli effetti dell’onda di piena dell’Adige fatta sfogare nel lago di Garda: le polemiche sul caso non si placano
Un’immagine emblematica degli effetti dell’onda di piena dell’Adige fatta sfogare nel lago di Garda: le polemiche sul caso non si placano
Un’immagine emblematica degli effetti dell’onda di piena dell’Adige fatta sfogare nel lago di Garda: le polemiche sul caso non si placano
Un’immagine emblematica degli effetti dell’onda di piena dell’Adige fatta sfogare nel lago di Garda: le polemiche sul caso non si placano

Luciano Scarpetta «L’unica consolazione è che l’apertura della galleria Adige Garda è arrivata a stagione finita». Il direttore del Consorzio Turistico Lago di Garda Lombardia Marco Girardi dallo stand del World Trade Market di Londra, must annuale per il settore turistico internazionale, prova a mitigare l’ira degli albergatori sulla decisione di scaricare nel Benaco la piena del fiume. «Non è certo compito del Consorzio entrare nel merito di una scelta politica presa per tutelare la popolazione - afferma Girardi -. La nostra mission è promuovere in Europa il lago, ma la vicenda pone alcune riflessioni. Non è il momento di alzare i toni, ma le nostre perplessità sono state espresse agli enti e alle istituzioni territoriali che hanno un “peso contrattuale” specifico nelle politiche del comprensorio. Vorremmo che tutti avessero ben presente che l’economia del Garda è basata per il 75% sul turismo un comparto che presenta dinamiche delicate anche a livello di immagine». E l’immagine di un lago solcato da una chiazza marrone, densa e limacciosa, rimbalzata in tutto il mondo non è stato certo uno spot per il turismo. «SENZA ALCUNA vena polemica – rimarca Marco Girardi -, diciamo che così si rischia di vanificare tutto quanto di buono fatto finora nell’ambito della promozione. Se si ferma l’economia turistica saremo nuovamente costretti come in passato a prendere la valigia per andare a cercare fortuna». La questione non è solo estetica. L’onda di piena dell’Adige, ha scaricato inquinanti, compresi idrocarburi e metalli pesanti. In quale concentrazione è presto per dirlo. Il rischio contaminazione è tuttavia reale. Di certo a pagare dazio sarà la fauna ittica e i pescatori. EMBLEMATICO il monito di David Bolzonella. Secondo il docente dell’Università di Verona che collabora con l’Ags a un progetto europeo di tutela del Benaco, immettere masse così grandi d’acqua a temperatura differente e con cariche di materiali solidi può creare un rimescolamento dei due strati del lago. L’acqua superficiale solitamente pulita può essere contaminata da quella più profonda, endemicamente inquinata. Non per niente il pesce di fondale, come le anguille, non è commestibile a causa dei contenuti di Pcb. Gli effetti sull’ecosistema del Garda saranno insomma incontrollabili. L’attenzione in queste ore è rivolta anche alla portata del lago: ieri alle 15 il livello aveva raggiunto i 98 cm sopra lo zero idrometrico con afflussi degli affluenti registrati a circa 170 metri cubi al secondo. Per questo motivo, nelle ultime 24 ore i deflussi verso il mantovano sono aumentati due volte, passando da 30 a 70 metri cubi al secondo e ieri mattina addirittura a 110. «Una misura necessaria – spiega il segretario generale della Comunità del Garda Pierlucio Ceresa – per mantenere il lago su livelli accettabili, in previsione di possibili nuove piogge». •

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