Centro ospedaliero del Chiese Rispunta l’operazione di Roè

di Luciano Scarpetta
Il polo di servizi  di Roè sarebbe destinato soprattutto agli anziani La destinazione dell’ex ospedale di Salò resta al centro del dibattito
Il polo di servizi di Roè sarebbe destinato soprattutto agli anziani La destinazione dell’ex ospedale di Salò resta al centro del dibattito
Il polo di servizi  di Roè sarebbe destinato soprattutto agli anziani La destinazione dell’ex ospedale di Salò resta al centro del dibattito
Il polo di servizi di Roè sarebbe destinato soprattutto agli anziani La destinazione dell’ex ospedale di Salò resta al centro del dibattito

Sembrava un progetto tramontato. Invece è tornato nelle prime pagine dell’agenda dell’Asst del Garda il nuovo presidio socio-sanitario nella zona di Roè Volciano. LA SVOLTA emerge dalla recente decisione dell’Azienda ospedaliera di presentare al Tar l’istanza di prelievo, così da abbreviare i tempi di un contenzioso aperto con alcuni privati dal Duemila: è l’anno in cui si rivendicava la retrocessione delle aree, cedute dai privati all’Azienda Ospedaliera di Desenzano, per realizzare il complesso ospedaliero Chiese-Garda Nord. Nell’atto di ricognizione dell’Asst Garda, sui terreni di proprietà oggetto del contenzioso, viene specificato «l’interesse a mantenere la proprietà delle aree, in ragione del progetto di realizzazione di un presidio socio sanitario». Nel documento, inoltre, si precisa che Asst Garda «ha avviato un’interlocuzione con Regione Lombardia e con l’Autorità comunale» per realizzare l’intervento. Gli sviluppi hanno già provocato reazioni a Salò dove, ricordiamo, sono ancora da decidere le sorti dell’ex ospedale dopo il «no» dell’Asst alla Alba srl, unica società che ha presentato la manifestazione di interesse al project financing da trenta milioni di euro. L’auspicio era di ristrutturare l’intero edificio in cambio della concessione, per alcuni decenni, di parte dell’immobile (circa due terzi, 20 mila metri cubi su 30 mila complessivi) nei quali insediare attività sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali autorizzate anche se non accreditate. Si ipotizzava di realizzare in concessione una struttura privata protetta per anziani (70-80 unità abitative), con palestra, piscina terapeutica e medico di guardia. Nell’altro terzo del complesso, invece, l’obiettivo era di collocare un presidio territoriale destinandolo a servizi pubblici socio sanitari. «L’idea del nuovo presidio sanitario piace – afferma il sindaco di Salò Andrea Cipani - sarebbe interessante e preserverebbe i servizi destinati alla nostra comunità. La struttura inoltre sarebbe realizzata proprio al confine tra i due comuni. Nel merito – continua - 16 di questo mese ho in agenda un incontro in Regione Lombardia con i rappresentanti di Asst del Garda proprio su questo tema. Anche loro seguono con interesse la vicenda. Aspettiamo in ogni caso che si sblocchi la vicenda del contenzioso». E dell’ex ospedale a Salò? «Siamo intenzionati a far si che la sua futura destinazione non sia diversa da quella socio sanitaria», ribadisce il sindaco di Salò Andrea Cipani. «DOPO IL fallimento della proposta di project financing sull’ex ospedale di Salò - commenta Giovanni Ciato, capogruppo di minoranza consiliare Salò Futura - il fatto che Asst Garda abbia affidato l’incarico al proprio legale per presentare un’istanza di prelievo, finalizzato ad accorciare i tempi dei ricorsi di alcuni privati che hanno chiesto la retrocessione della proprietà delle aree a suo tempo cedute prevedendo di realizzare a Roè Volciano un complesso da destinare a presidio socio-sanitario, non può che vedere da parte nostra, come già detto durante l’ultimo Consiglio comunale, un cauto ottimismo. Ma anche molta attenzione, perché il problema principale è legato ai servizi: quali e quante prestazioni verranno garantite?». La preoccupazione di Ciato riguarda non solo Salò, comune dove la percentuale di ultra 65enni supera il 30% e dove negli ultimi anni si è registrato il progressivo svuotamento dell’ex ospedale di funzioni e servizi. «Se quindi da un lato la notizia dell’incarico al legale per garantire l’acquisizione delle aree ci fa comprendere l’interesse dell’Asst al problema - continua Ciato - dall’altro rimane da capire di quali e quante specialità il nuovo presidio sarà dotato, soprattutto di quali superfici si parla per un territorio che si estende da Manerba a Limone, in particolare se saranno garantiti i servizi in prossimità dell’utente». IL CAPOGRUPPO di Salò Futura si riferisce «ai territori disagiati e distanti, come Magasa e Tignale, ma anche a Gargnano. Rimangono poi da valutare alcuni aspetti, ad esempio come raggiungere con un servizio di trasporto pubblico la nuova struttura che, ricordo, si troverà decentrata rispetto alla Gardesana, oltre che la nuova destinazione dell’ex ospedale. Argomenti sui quali è necessario un dibattito con i cittadini». •

Suggerimenti