«C’è amianto
nella discarica
sommersa»

di Cinzia Reboni
Nell’ammasso di rifiuti di plastica e gomma adagiato sul fondo del lago di Iseo spunta anche dell’amianto
Nell’ammasso di rifiuti di plastica e gomma adagiato sul fondo del lago di Iseo spunta anche dell’amianto
Nell’ammasso di rifiuti di plastica e gomma adagiato sul fondo del lago di Iseo spunta anche dell’amianto
Nell’ammasso di rifiuti di plastica e gomma adagiato sul fondo del lago di Iseo spunta anche dell’amianto

«In quella gomma c’è l’amianto». Sta assumendo i contorni di un disastro ambientale senza precedenti il deposito alto 40 metri e largo dieci adagiato sui fondali del lago d’Iseo, a Tavernola Bergamasca. E sulla scorta dei primi riscontri dei test sulle scorie, il Circolo Legambiente Basso Sebino lancia l’allarme, riproponendo con forza il tema dell’inquinamento di origine industriale del conferimento degli scarti di lavorazione. «Eseguiti gli accertamenti, e ancor prima di verificare le responsabilità, la questione deve essere messa al centro dell’iniziativa degli enti istituzionali chiamati a tutelare la salute dei cittadini - spiega il presidente del Circolo, Dario Balotta -. Dalle immagini della discarica sommersa diffuse dai carabinieri di Bergamo, si evidenzia l’enorme presenza di scarti di guarnizioni di gomma. É bene ricordare che, fino a pochi anni fa, proprio per le loro funzioni, questi prodotti di rivestimento - pannelli, davanzali, facciate, lastre ondulate, condotte e canalizzazioni d'isolamento - contenevano amianto agglomerato fino al 20%». Ma non è tutto, perchè «nel materiale termoisolante e antincendio, come rivestimenti in amianto spruzzato, pannelli, rivestimenti di pavimenti, isolamento di tubi, pannelli antincendio in vecchi quadri elettrici, la presenza di asbesto era superiore al 40% - aggiunge Balotta -, e nei prodotti contenenti fibre di amianto come cuscini, trecce e corde, la quantità può raggiungere percentuali vicine al 100%. Ecco perché la discarica va rimossa subito». Le guarnizioni ancora oggi sono il prodotto storico del distretto della gomma del Sebino, una realtà all’avanguardia nella lavorazione dei polimeri e forniture che toccano più settori: dall’edilizia all’automotive, fino all’agricoltura e alla distribuzione alimentare. Si tratta dell’attività di oltre 40 aziende che si sviluppano su circa trenta chilometri quadrati per una decina di Comuni da Grumello a Paratico, passando da Telgate.


«LA LAVORAZIONE della gomma tra colline, vigneti, il lago ed aree abitate costituisce ancora oggi un problema, in particolare per l’emissione in atmosfera di odori molesti durante la lavorazione che le popolazioni segnalano da tempo - sottolinea il presidente del Circolo Legambiente Basso Sebino -. É ancora presente l’incognita del conferimento illegale dello scarto delle guarnizioni, tant’è vero che nel gennaio scorso abbiamo fatto un esposto ai carabinieri per il ritrovamento a Paratico di materiale plastico e scarti industriali di guarnizioni lungo le rive del Guerna, affluente dell’Oglio, a 600 metri dalla diga, di fronte alla centrale idroelettrica di Credaro. Non si trattava di plastica generica, ma di scarto industriale, da classificarsi probabilmente come rifiuto tossico-nocivo. Il problema va affrontato alla radice. Proporremo ai sindaci del distretto e alle imprese del settore della gomma di dar vita ad un comitato che affronti tutti i problemi in campo».

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