Scontro fra Tornado, il giorno delle accuse

di Valentino Rodolfi
I solenni funerali dei quattro ufficiali caduti nell’estate del 2014Mariangela ValentiniPaolo Piero FranzeseGiuseppe PalminteriAlessandro Dotto
I solenni funerali dei quattro ufficiali caduti nell’estate del 2014Mariangela ValentiniPaolo Piero FranzeseGiuseppe PalminteriAlessandro Dotto
I solenni funerali dei quattro ufficiali caduti nell’estate del 2014Mariangela ValentiniPaolo Piero FranzeseGiuseppe PalminteriAlessandro Dotto
I solenni funerali dei quattro ufficiali caduti nell’estate del 2014Mariangela ValentiniPaolo Piero FranzeseGiuseppe PalminteriAlessandro Dotto

«Io scendo». Furono queste le ultime parole del capitano Mariangela Valentini, pilota di uno dei due Tornado del 6° Stormo di Ghedi che si scontrarono in volo durante un’esercitazione nell’estate 2014, sopra Ascoli Piceno. «IO SCENDO», comunicò al navigatore, e scese di quota. Ma stava scendendo anche l’altro Tornado impegnato nella stessa missione, e la collisione fu quasi immediata: nello scontro persero la vita, con il capitano Valentini, altri tre ufficiali tra piloti e navigatori, i capitani Giuseppe Palminteri, Alessandro Dotto e Pietro Paolo Franzese. Se sulla «meccanica» dello scontro non ci sono dubbi (due aerei che incrociano sullo stesso punto, alla stessa quota e nello stesso momento), è invece per chiarire perché avvenne e per responsabilità di chi, che ad Ascoli Piceno è in corso un processo, che dopo la pausa Covid, riprenderà dopodomani, con la nuova udienza del 24 settembre. Imputati sono i due diretti superiori delle quattro vittime, a giudizio per omicidio colposo plurimo e disastro aviatorio colposo. Si tratta del comandante del 154° Gruppo di volo «Diavoli rossi», maggiore Bruno Di Tora, e del maggiore Fabio Saccottelli, Capo cellula pianificazione. I quali non avrebbero, secondo l’accusa, preparato e coordinato al meglio la missione, consistente nel simulare un bombardamento. Oggi al processo verranno sentiti nuovi testi dell’accusa, dopo che nella precedente udienza aveva testimoniato il perito della Procura, ingegner Giuliano Currado, che ha valutato la dinamica. «I DUE TORNADO - afferma il perito - si sono scontrati perché un pilota ha preso la decisione, legittima in quel momento, di scendere di quota. Ma se qualcuno gli avesse detto in maniera chiara che invece doveva salire, non sarebbe successo nulla», afferma lo specialista della Procura. Poi la ricostruzione: «I due aerei Freccia 21 e Freccia 11 erano impegnati in un attacco combinato: F11 doveva decollare per primo, ma per problemi ha tardato seguendo quindi l’altro. Per recuperare ha aumentato la velocità, mentre l’altro ha rallentato e "tagliato": i due velivoli si sono scontrati quando F21, pilotato da Mariangela Valentini, portato a termine il lancio simulato di una bomba, invece di salire di quota è sceso. Il punto previsto di intersezione delle rotte si è trasformato in punto di scontro. Nelle registrazioni si sente Valentini chiedere al navigatore se da Brindisi avessero ordinato di salire di quota: avuta risposta negativa, scese». L’ACCUSA ai due ufficiali superiori è qui: prima l’ordine di decollo invertito e poi, in una situazione difforme dai piani, si è permesso che i piloti, lasciati secondo l’accusa senza istruzioni precise dal comando a terra, fossero costretti a «improvvisare». «I nostri dubbi hanno inizio già dal briefing prima del volo. Ma ci chiediamo inoltre - spiega l’avvocato Mauro Carrozzini, che il 24 sarà in aula come parte civile per la famiglia del capitano Franzese - perché non sia stato ripristinato l’ordine di partenza previsto e perché, in seguito ai disguidi in decollo, non si sia annullata la missione». •

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