Nuove derivazioni, nel mirino c’è anche l’Oglio

di Valerio Morabito
Il segmento del fiume Oglio destinato ad ospitare la derivazione
Il segmento del fiume Oglio destinato ad ospitare la derivazione
Il segmento del fiume Oglio destinato ad ospitare la derivazione
Il segmento del fiume Oglio destinato ad ospitare la derivazione

Non c’è evidentemente nessun corpo idrico al sicuro dai progetti speculativi collegati all’oro blu. E naturalmente al centro dell’attenzione degli investitori ci sono anche i grandi fiumi, che teoricamente possono «nascondere» meglio gli effetti delle captazioni. Non è così, per questo preoccupa il possibile arrivo di un nuovo impianto idroelettrico lungo l’Oglio e nel cuore della pianura. Il progetto che prevede l’installazione dell’ennesima centrale, stavolta nel territorio comunale di Pontevico, è sul tavolo da un po’ di tempo, e si trova all’esame della Provincia, che nelle prossime settimane dovrà analizzare la valutazione di impatto ambientale presentata dai promotori dell’operazione. Anche se ancora i diversi passaggi della procedura non sono stati attivati si conoscono i particolari della possibile installazione: un cantiere che assorbirà oltre 3 milioni di euro prevede la costruzione di una struttura lungo la sponda sinistra del fiume Oglio collegata a una briglia esistente a valle del ponte sulla strada provinciale 45 al confine con il Comune cremonese di Robecco d’Oglio. LA BRIGLIA già in opera è proprio a cavallo tra le due province, mentre l’impianto di produzione è previsto interamente su quello di Pontevico. Le turbine ipotizzate avranno una potenza nominale di concessione superiore a 100 kilowatt. In attesa di conoscere in maniera più approfondita i dettagli dell’opera, a partire dalla portata idrica che avrà la condotta necessaria per alimentare la produzione, gli oppositori del progetto hanno iniziato a inviare richieste di documentazione sulle richieste di autorizzazione a tutti gli uffici coinvolti dall’eventuale via libera alla centrale (le Province di Brescia e di Cremona, il Parco Oglio Nord che deve concedere il nulla osta e l’Aipo, l’Agenzia interregionale per il fiume Po in qualità di autorità idraulica). Richieste accompagnate da prevedibli perplessità sull’ennesimo sito di captazione nella Bassa bresciana. Le riassume il presidente del circolo di Legambiente della Valle d’Oglio Franco Ferrandi con un’analisi per certi versi spietata: «Continua il mercimonio degli uomini a scapito della vita dei fiumi - afferma -. A quanto pare non si placa la violenza perpetrata sui corsi naturali dei fiumi, che sono la fonte della nostra vita. Sembra un voler insistere su un tema delicato, nonostante tutti gli studi e i dossier degli ultimi anni che sottolineano la cementificazione dei corsi d’acqua. Se l’acqua è diventata l’oro blu, allora questo è uno dei grandi mali del secolo - conclude Franco Ferrandi di Legambiente -. Intanto, anche nel nostro territorio lo scempio continua circondato dall’indifferenza totale». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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