Nuoto sospeso, scatta la campagna per l’estate in vasca

di Milena Moneta
La comunale di Ghedi resta inaccessibile anche nella parte scoperta
La comunale di Ghedi resta inaccessibile anche nella parte scoperta
La comunale di Ghedi resta inaccessibile anche nella parte scoperta
La comunale di Ghedi resta inaccessibile anche nella parte scoperta

C’è una semplice cittadina, Elena Bertocchi, alla testa del piccolo (ma neanche tanto) movimento di opinione che a Ghedi, attraverso una raccolta di firme, chiede al sindaco Federico Casali la riapertura delle piscine, ancora inagibili nonostante ora le misure di prevenzione del contagio da Covid-19 permettano appunto anche l’accesso alle strutture natatorie. Sì, perché nonostante il via governativo il centro di via Fratelli Cervi continua a rimanere vuoto; inaccessibile. E questo perché tra i gestori, la «Sport management», una società veronese che gestisce una ventina di impianti in diverse regioni (quello di Ghedi dal 2010) e l’amministrazione comunale è in atto un contenzioso. In sintesi, per riaprire la società chiede un contributo per le perdite dovute al lockdwon che ammonterebbe a circa 300 mila euro, e gli amministratori non intendono versarlo. «È una somma troppo importante: non intendiamo certo usare i soldi pubblici con leggerezza», commentano il sindaco Casali e il vice Giovanni Cazzavacca (quest’ultimo sta conducendo la trattativa). Anche perché l’ente locale ha già messo a bilancio fondi per interventi straordinari sull’impianto: la ristrutturazione della copertura, delle docce e degli spogliatoi e altre opere urgenti richiederanno circa 600mila euro. I lavori non toccherebbero però il lido e la piscina esterna, che possono essere subito accessibili, e i promotori della sottoscrizione ricordano che «l’apertura dell’impianto aveva migliorato la qualità della vita della popolazione. Vederlo ora chiuso e lasciato in stato di abbandono senza prospettiva di riapertura amareggia chi l’ha tanto voluto; è un impoverimento dei servizi alla comunità e un vero spreco di denaro pubblico». IN AGGIUNTA, i firmatari non attribuiscono le difficoltà del momento solo alla situazione sanitaria, ma anche ad «anni di disinteresse nei confronti di ciò che è un bene pubblico e, in quanto tale, di ciascuno di noi». E concludono chiedendo, sempre nel senso della qualità della vita di tutti, una riapertura nel più breve tempo possibile. •

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