Niente carcere duro per il boss

di V.MOR.
Il 4 giugno l’udienza decisiva
Il 4 giugno l’udienza decisiva
Il 4 giugno l’udienza decisiva
Il 4 giugno l’udienza decisiva

Il 4 giugno il Tribunale di sorveglianza di Sassari deciderà se Pasquale Zagaria, detto «Bin Laden» deve tornare in carcere. L’esponente di spicco del clan camorristico dei Casalesi è attualmente ai domiciliari nell’abitazione della moglie a Pontevico. Dopo che il decreto «cerotto» del Guardasigilli Alfonso Bonafede ha disposto la revoca delle misure alternative al carcere, inizialmente concesse anche ai boss ammalati ed esposti al rischio di contagio da coronavirus, è stata fissata un’udienza sul caso Zagaria. Dall’istruttoria svolta il 22 maggio è emerso che le condizioni di salute del detenuto che sta scontando una pena a 20 anni, sono incompatibili con il regime carcerario del 41 bis a cui è sottoposto il boss. Nel corso dell’udienza è emerso anche un retroscena, ovvero che Zagaria ha potuto usufruire dei domiciliario perché il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria non aveva risposto alla richiesta del giudice di indicare una struttura dove la mente economica del clan dei Casalesi potesse ricevere le cure per la sua patologia. Zagaria soffre infatti di una gravissima forma di neoplasia ed è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Dopo le polemiche che hanno travolto il ministro Bonafede e hanno hanno provocato le dimissioni del capo del Dap Francesco Basentini, sono state presentate due alternative in caso di revoca dei domiciliari. Pasquale Zagaria potrebbe essere trasferito o in una struttura a Viterbo o a Milano. In entrambi i casi potrà essere curato in stato di detenzione. In contemporanea il Tribunale di Sassari ha verificato che Pasquale Zagaria si è affidato a specialisti di una clinica del bresciano. Infine la Direzione nazionale antimafia e la Dda di Napoli hanno comunicato il loro parere sul caso. I magistrati dei due uffici hanno ribadito la necessità della carcerazione del boss, in quanto il clan dei Casalesi è ancora attivo. Sullo sfondo restano gli inquietanti contenuti delle intercettazioni di Zagaria effettuate durante la sua permanenza nel carcere di Sassari. Il boss avrebbe evocato l’interesse di esponenti politici al suo caso. Parole ovviamente tutte da chiarire e interpretare. •

Suggerimenti