Legionella, così il Chiese ha infettato tutti

di Valerio Morabito
I prelievi di campioni lungo il fiume Chiese veicolo dell’onda batterica
I prelievi di campioni lungo il fiume Chiese veicolo dell’onda batterica
I prelievi di campioni lungo il fiume Chiese veicolo dell’onda batterica
I prelievi di campioni lungo il fiume Chiese veicolo dell’onda batterica

Tre indizi stavolta fanno la prova...regina. Le conclusioni dell’Istituto superiore della Sanità sulle cause e il veicolo di diffusione dell’epidemia di polmonite e legionella, hanno trovato l’ennesima conferma scientifica. Come anticipato da Bresciaoggi la bomba batteriologica si è diffusa dal Chiese. Nei campioni di acqua prelevata dal fiume è stato trovato lo stesso ceppo «modificato» del morbo del legionario isolato in tre ammalati. Lo pneumophila sierogruppo 2 trovato nel tratto di Chiese tra Montichiari, Remedello e Carpenedolo, combacia perfettamente con il batterio sviluppato nei tre pazienti. Il cerchio insomma si chiude. «L'agente è un sierotipo di legionella 2-14 che non ha mai dato epidemie di popolazione a livello mondiale e che ha comportato notevoli difficoltà di identificazione», si legge nella relazione di Ats Brescia diffusa nei giorni scorsi, una relazione in linea con il primo rapporto del ministero della Salute. AVER INDIVIDUATO lo stesso ceppo di legionella tra alcuni malati e il fiume Chiese, dunque, lascia poco spazio ad altre interpretazioni. L'attuale precarietà ecologica del corso d'acqua ha innescato un'ondata batteriologica senza precedenti in grado di provocare, complici le particolari condizioni meteorologiche di fine agosto, un'emergenza sanitaria senza precedenti. Escluse, invece, altre fonti di contagio come i fanghi da depurazione che venivano sparsi su molti campi tra la Bassa e l'Alto mantovano. Tra l'altro nella relazione epidemiologica sull’allerta sanitaria dello scorso settembre, Ats si è soffermata anche sulle cause del contagio che è avvenuto tramite l'inalazione di gocce minuscole di acqua contaminata. È chiaro che la pericolosità di queste particelle dipende dalle loro dimensioni. A questo punto sono entrate in gioco le condizioni meteorologiche di fine agosto, caratterizzate anche da forti piogge. È probabile che l'evaporazione dell'acqua subito dopo i temporali, potrebbe aver innescato il classico sistema ad aerosol che ha diffuso «fonti contaminate da legionella». Assolte dunque le torri di raffreddamento: «Il vapore in emissione dalla torre non può contenere la legionella, ma il flusso d'aria nella torre può trascinare con se goccioline d'acqua potenzialmente contaminate», riporta il documento dell’Ats. A questo punto appare difficile credere che emerga qualcosa in più dagli studi sanitari. Quindi l'attenzione delle autorità si è concentrata, come ha chiesto il Comitato di salute pubblica di Carmine Piccolo, sulla prevenzione: «Se l'acqua scorre non si scalda, non crea secche di acqua ferma, migliora la ossigenazione, gli inquinanti vengono diluiti ed i suoi meccanismi di autodepurazione non vengono inibiti», è stata la precisazione di Ats che ha auspicato l'adozione di procedure rigorose nella gestione degli impianti idrici. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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