La supernonna
Elisa di slancio
verso il traguardo dei 110 anni

di Cinzia Reboni
Emilia Rosa Freato con la sua t-shirt  per il compleanno numero 108Maria Salini morta  a 109 anni
Emilia Rosa Freato con la sua t-shirt per il compleanno numero 108Maria Salini morta a 109 anni
Emilia Rosa Freato con la sua t-shirt  per il compleanno numero 108Maria Salini morta  a 109 anni
Emilia Rosa Freato con la sua t-shirt per il compleanno numero 108Maria Salini morta a 109 anni

Nella città di Romeo e Giulietta è considerata la «nonna di Verona», ma Elisa Cailotto in realtà è una bresciana «doc», essendo nata nel 1911 a Palazzolo. É lei la super centenaria della nostra provincia - quest'anno a luglio spegnerà 110 candeline -, e nella classifica italiana occupa con orgoglio la ventiduesima posizione. PRIMA DI SETTE figli, Elisa ha dedicato gran parte della sua vita alla famiglia, specie dopo la morte del marito, scomparso a soli cinquant’anni. Alla fine degli anni ’60 è approdata a Verona, dove è «coccolata» dai figli, dai nipoti e dai pronipoti. La sua grande passione è anche il suo elisir di lunga vita: ad Elisa piace cantare. Dall’Inno di Mameli ai vecchi brani della sua gioventù, con una preferenza per «Rose rosse» di Massimo Ranieri, non perde occasione per intonarli a tutte le ore del giorno, a seconda dell’ispirazione. Un modo anche per farsi compagnia e abbandonarsi ai ricordi più belli. Sono invece tre le centenarie classe 1912, e due di loro sono nate lo stesso giorno, il 6 giugno. Giulia Gandola è originaria di Bellagio: dalle sponde del lago di Como è venuta a vivere nella nostra città, in via Ducco, dove è circondata dall’affetto dei nipoti Claudia e Giorgio. Da undici anni è assistita amorevolmente da Ljuba, coadiuvata da Anna, che sono diventate per lei una seconda famiglia. Emilia Rosa Freato invece non ha mai lasciato Calvisano, il suo paese di origine. Alla Rsa, dove da dieci anni festeggia il compleanno, non ha mancato di indossare l’immancabile maglietta che scandisce il passare del tempo: «Il 108 è arrivato e anche il virus ho scacciato» lo slogan coniato per quest’anno funestato dal Covid, a testimoniare la sua grande ironia. Un testo che ricalca lo stile delle precedenti t-shirt celebrative, dalle «107 primavere che non mi sembra di avere» del 2019 ai «106 anni di fuoco ma per me è ancora poco» del 2018, fino ai «105 sono tanti, ma io vado avanti» del 2017. Sopravvissuta a due guerre, alla spagnola e ora anche alla pandemia, ha festeggiato cantando il suo cavallo di battaglia, «Madonnina dei riccioli d’oro». «Zia Emilia», come la chiamano in paese, è cresciuta in una famiglia di contadini e si è sempre rimboccata le maniche per lavorare nei campi. Dopo il matrimonio con Umberto Freato si è trasferita alla Cascina Casella, dove convivevano tutti i cognati con le rispettive famiglie: una «comunità» di ben 32 persone. Poi gli uomini vennero chiamati alle armi e la gestione della casa e della famiglia restò alle donne, sotto la guida severa della suocera. Terminata la guerra la famiglia si trasferì in paese - nel frattempo erano nati 4 figli - e visse in serenità fino alla morte di Umberto, a soli 55 anni. La terza super nonna nata nel 1912 è Ida Usardi: venuta alla luce il giorno di Santo Stefano a Toscolano, ha seguito il cuore ed è «emigrata» in riva al mare, a Rapallo. Forte e determinata, Ida ci sente un po’ poco, ma ha ancora una grinta non comune, mescolata ad un soffio di vanità. Si sistema il foulard al collo e sorride: «Nelle foto di solito non vengo bene. Come sono questa volta?». Ida ha lavorato per trent’anni alla cartiera di Toscolano e si è sposata due volte. Il primo marito, Agostino, è morto a soli 48 anni. Poi l’incontro con Gino, che l’ha portata all’altare all’età di 72 anni. Con lui, nel 1984, si è trasferita a Rapallo. Fino a 10 anni fa Ida ha vissuto in casa, in totale autonomia, prima di trasferirsi nella Casa di riposo Villa Sorriso. «A 103 anni si è rotta il femore per la seconda volta perchè era andata ad innaffiare i fiori nel giardino», racconta la figlia Marisa. UN BICCHIERE di vino rosso e un caffè corretto sono invece il segreto di lunga vita di Edvige Zamboni, nata il 2 gennaio 1913 a Montichiari, quinta nella classifica dei centenari bresciani. Anche se, per questioni di calendario, i 108 anni li ha già raggiunti anche lei. Se quest’anno le misure anti-Covid hanno impedito di festeggiarla nel migliore dei modi, le sono comunque arrivati gli auguri di parenti e amici, compresa la videochiamata del sindaco Marco Togni, che le ha fatto recapitare un mazzo di fiori. Edvige Zamboni, che vive nella frazione di Sant'Antonio, è circondata dall'affetto degli 8 figli, dei 15 nipoti e dei 20 pronipoti. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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