La seconda vita della Serini legata al futuro dell’aeroporto

di Valerio Morabito
Lo stato di degrado e abbandono è sempre più profondo Una delle montagne di materiale  informatico inutilizzabile abbandonato nell’ex presidio militare Nel bunker della Serini sono stoccati acidi e sostanze tossicheUna delle sale che avrebbero dovuto ospitare i profughi
Lo stato di degrado e abbandono è sempre più profondo Una delle montagne di materiale informatico inutilizzabile abbandonato nell’ex presidio militare Nel bunker della Serini sono stoccati acidi e sostanze tossicheUna delle sale che avrebbero dovuto ospitare i profughi
Lo stato di degrado e abbandono è sempre più profondo Una delle montagne di materiale  informatico inutilizzabile abbandonato nell’ex presidio militare Nel bunker della Serini sono stoccati acidi e sostanze tossicheUna delle sale che avrebbero dovuto ospitare i profughi
Lo stato di degrado e abbandono è sempre più profondo Una delle montagne di materiale informatico inutilizzabile abbandonato nell’ex presidio militare Nel bunker della Serini sono stoccati acidi e sostanze tossicheUna delle sale che avrebbero dovuto ospitare i profughi

Con l’incedere dei mesi il degrado della caserma dismessa Serini di Montichiari diventa sempre più profondo. Ma in fondo al tunnel di un immobile emblema dello spreco di risorse pubbliche, si è accesa una luce. Nell’ultimo incontro tra il sindaco di Montichiari e i funzionari del Demanio che ha acquisito la proprietà dell’immobile dal Viminale dopo i disastrosi tentativi di riconvertire il sito in un centro di accoglienza profughi, ha preso forma l’ipotesi di una cessione. LA PRIORITÀ D’ACQUISTO sarebbe offerta all’Amministrazione civica, ma di fronte al clima di austerità diffusa, non viene esclusa una vendita a privati. L’operazione presenta due snodi intricati: senza una variante urbanistica la Serini ha un appeal sul mercato pari a zero. Cambiare la destinazione non è una procedura semplice considerato che l’immobile si trova nel Piano d’area dell’aeroporto D’Annunzio. L’iter dovrebbe essere concertato con la Regione, circostanza che allungherebbe i tempi. Considerato i rigidi vincoli urbanistici imposti dal Piano aeroportuale, una delle soluzioni ipotizzate è quella di una riconversione funzionale ai servizi dello scalo cargo, come ad esempio un polo logistico. «Qualcosa effettivamente si sta muovendo, ma i margini di manovra sono oggettivamente limitati - osserva Marco Togni -: tutto deve passare attraverso un tavolo di coordinamento tra le varie istituzioni, con Regione e Comune in prima fila». SOLO DOPO l’approvazione della variante urbanistica si potrebbe conoscere il reale valore economico dell’intera area che si trova alla Fascia d’Oro. Sullo sfondo ci sono poi gli ingenti costi per la bonifica della caserma che dopo l’investimento di oltre 1,5 milioni per il centro profughi mai nato, è diventata terra di nessuno. Da smaltire c’è un magazzino di materiale informatico abbandonato. Nella casermetta in cui una volta venivano proiettate pellicole cinematografiche per il personale sono accatastati centinaia di computer fissi e portatili ormai inutilizzabili. Nel locale della ex fureria è stipato ciarpame. I climatizzatori sono stati rubati, mentre dai generatori di energia da rottamare percolano acidi. Nel bunker un tempo utilizzato come deposito di munizioni sono stati accatastati bidoni semivuoti di sostanze chimiche e solventi. Da rimuovere anche le cataste di rifiuti abbandonate sul fondo dello scavo effettuato per collegare la rete fognaria della caserma al collettore. •

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