La lenta «agonia» del Chiese soffocato dagli scarichi fognari

di Valerio Morabito

È il classico caso all’italiana: il problema è chiaro, la fonte anche, eppure nessuno sembra in grado di risolverlo. E la conseguenza, che sembra interessare a pochi, e uno stillicidio di avvelenamenti in un fiume, il Chiese, che ne ha già sopportati troppi. Succede ancora all’altezza del depuratore di Calcinatello, dove in questi ultimi giorni, anche se in misura minore rispetto ai casi ripetuti che si sono verificati tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile, si sono materializzati altri casi di inquinamento. La schiuma e la puzza di fogna hanno ripreso spazio e lasciato poco spazio a dubbi. Anche sulla salute di un corso d’acqua ampiamente compromesso nel suo delicato equilibrio ecologico. Tutto è avvenuto nuovamente nel tratto di fiume non distante da via Croce Santo Stefano: lo stesso luogo in cui erano avvenuti i gravissimi scarichi di qualche settimana fa, e lo stesso luogo su cui si affaccia il depuratore di Calcinatello, controllato quasi quotidianamente dai tecnici di Acque Bresciane. Come ricordato in più occasioni, l’impianto è stato dimensionato per trattare gli scarti di un bacino di 2.200 persone, mentre periodicamente riceverebbe una quantità di liquami di molto superiore alla portata. E sarebbe proprio questa l’origine dell’arrivo di liquami non trattati direttamente nel fiume. DA DOVE arriva il surplus? Le indagini avviate dai carabinieri hanno già permesso di individuare l’azienda che avrebbe provocato il fenomeno ripetuto. E anche l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, in un documento datato 25 marzo e successivo a un campionamento, sottolinea che «l’anomalia riscontrata nel depuratore di Calcinatello e il relativo bypass (ovvero lo scarico diretto) hanno avuto origine dallo sversamento industriale di una ditta del posto che si occupa di lavorazione delle carni. Dalle prime verifiche analitiche è risultato quantitativamente non conforme al decreto autorizzativo della Provincia». È come scrivere nome e cognome, eppure il problema non è stato ancora risolto, visto che i fenomeni di inquinamento si stanno verificando ancora a Calcinatello. Una frazione in cui il Comitato Calcinato Basta odori sta lavorando con i propri volontari, registrando e denunciando anche i disagi alle persone che vivono a pochi passi: quando nel fiume arriva di tutto, il tanfo è percepibile anche a molti metri di distanza dal corso d’acqua che da qui si dirige verso la frazione monteclarense di Vighizzolo e poi attraversa Borgosotto, dove in questi giorni, all’altezza del ponte, si è depositata una quantità consistente di residui simili a quelli dei liquami. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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