La fonte del contagio è ignota Nel mirino finisce la rete idrica

di V.MOR.
Nella sala d’aspetto del pronto soccorso mascherine obbligatorie Il dipartimento di emergenza urgenza di Montichiari sotto pressione I controlli nella via di una delle persone colpite dalla patologia
Nella sala d’aspetto del pronto soccorso mascherine obbligatorie Il dipartimento di emergenza urgenza di Montichiari sotto pressione I controlli nella via di una delle persone colpite dalla patologia
Nella sala d’aspetto del pronto soccorso mascherine obbligatorie Il dipartimento di emergenza urgenza di Montichiari sotto pressione I controlli nella via di una delle persone colpite dalla patologia
Nella sala d’aspetto del pronto soccorso mascherine obbligatorie Il dipartimento di emergenza urgenza di Montichiari sotto pressione I controlli nella via di una delle persone colpite dalla patologia

Gli studiosi lo definiscono cluster, ovvero un anomalo picco di una patologia in un’area ristretta di territorio e in un breve lasso di tempo. E statisticamente parlando, i circa 200 casi di polmonite batterica registrati nella Bassa sono molto di più di un’anomalia epidemiologica, specie se si considera la stagione. La causa dell’epidemia resta per ora un mistero. L’ipotesi legionella è tramontata rapidamente: su 71 campioni prelevati da persone ammalate, solo in due casi è stata accertato il contagio della cosiddetta malattia del legionario. ANCHE LA POSSIBILITÀ che il batterio si diffonda attraverso la rete idrica non poggia su solide basi scientifiche. Molte delle persone ricoverate negli ospedali di Montichiari e Castiglione utilizzano pozzi privati. L’attenzione si sta spostando su altri vettori di contagio, compreso il Chiese e i suoi affluenti. Ma il quadro è ancora molto confuso. Gli esperti dell’Ats di Brescia hanno così dovuto per il momento allargare le braccia davanti all’incalzare delle domande dei sindaci nel corso della riunione tenuta ieri. La situazione è fluida, per usare un eufemismo come traspare dalle parole del sindaco di Calvisano, il paese che piange una vittima. «Il batterio - afferma Giampaolo Turini - ha colpito sia paesi che hanno un proprio acquedotto, ma anche paesi che non ne hanno. Proprio come Calvisano. Quindi ancora non si riesce a trovare una risposta certa». Il vertice è servito soprattutto a fissare un’agenda di prevenzione e illustrare come si stanno muovendo le autorità sanitaria. «L’Ats - afferma il sindaco di Isorella Chiara Pavesi che ha partecipato all'incontro -, ci ha comunicato che al fine di ricercare una possibile causa comune ieri sono stati avviati i campionamenti ambientali i cui risultati necessitano di un tempo minimo di 10 giorni per essere esposti». SERVIRÀ, DUNQUE, più di una settimana per avere un quadro quantomeno chiaro su quello che sta avvenendo nella Bassa bresciana orientale. «Sulla base delle sole evidenze cliniche riportate da Ats – aggiunge Chiara Pavesi - non è confermato alcun fenomeno epidemiologico da infezione procurata da legionella». In sostanza l'imperativo categorico emerso dal faccia a faccia tra le istituzioni politiche locali e quelle sanitarie è evitare qualsiasi forma di allarmismo e nello stesso tempo non abbassare la guardia nelle precauzioni da adottare in questa situazione ancora piena di punti interrogativi. «In attesa dei risultati da laboratorio - ha precisato Chiara Pavesi - si raccomanda di attenersi alle indicazioni precauzionali riguardanti la vita quotidiana pubblicate da Ats». Un altro aspetto trattato nell'incontro è stato quello legato all'anno scolastico ormai alle porte. «In vista dell’imminente inizio dell’anno scolastico, in qualità di sindaci - ha precisato Chiara Pavesi - abbiamo garantito l’attuazione di tutte le misure preventive concordate con Ats al fine di mantenere sicuri le scuole e tutti gli edifici pubblici». La Regione ha voluto rassicurare i cittadini sul fatto che non esiste alcun tipo «di rischio per l'utilizzo dell'acqua alimentare e non sussiste alcuna restrizione al normale svolgimento dell'attività nelle varie comunità come scuole e aziende». Ma se il quadro evolvesse al peggio non possono essere escluse misure restrittive in vista dell’apertura dell’anno scolastico. SULLA SCORTA dei risultati del primo monitoraggio, la Regione sta focalizzando la sua attenzione sulla rete idrica, ma non vengono escluse come detto altre piste. «Il personale di vigilanza del Dipartimento di igiene e prevenzione sanitaria e del Laboratorio di sanità pubblica dell’Ats di Brescia - spiega l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera- è impegnato nella verifica della rete idrica dei Comuni interessati dai casi di polmonite. In particolare i tecnici dell’Igiene stanno realizzando campionamenti delle acque potabili mentre il laboratorio ha in corso analisi specifiche i cui esiti saranno disponibili nei prossimi giorni». Si sta stilando anche una sorta di diagnosi dello stato di salute degli acquedotti e delle reti idriche. Ieri pomeriggio è stato convocato un tavolo tecnico con i gestori delle reti idriche del territorio della Bassa Bresciana orientale per individuare le fonti di approvvigionamento dei diversi comuni e conoscere lo stato del sistema di distribuzione idrica. Sullo sfondo restano le polemiche sui presunti ritardi con cui si sarebbe affrontata l’emergenza che stanno affiorando nei paesi più colpiti dall’epidemia come Carpenedolo, Calvisano e Remedello. In Italia i decessi per polmonite sono più di 9mila all’anno. Per dare un’idea si tratta del triplo dei morti causati dagli incidenti stradali. Si tratta di numeri, questi, che per il 96% interessano la categoria in assoluto più a rischio, gli over 65. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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