La dichiarazione di morte presunta non fa chiarezza sulla fine della Francescon

di V.MOR.
La scomparsa di Mariarosa Francescon rimane un mistero
La scomparsa di Mariarosa Francescon rimane un mistero
La scomparsa di Mariarosa Francescon rimane un mistero
La scomparsa di Mariarosa Francescon rimane un mistero

La fine di Mariarosa Francescon è un giallo irrisolto. La dichiarazione di morte presunta notificata l’estate scorsa alla famiglia non ha fatto luce sul mistero. La commercialista di Montichiari è scomparsa nel nulla 11 anni fa. Coinvolta in un’inchiesta su presunte infiltrazioni mafiose delle cosche di Gela nel Bresciano, inizialmente gli inquirenti avevano battuto la pista dell’allontanamento volontario, di una fuga per evitare il processo. Ma poi gli scenari investigativi sono diventati sempre più inquietanti anche se non sono mai state trovate prove che potessero dare corpo all’ipotesi dell’omicidio. Le persone coinvolte nell’inchiesta con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso (in parte cadute in fase di istruttoria del processo), estorsione e falso sono state condannate e grazie ai benefici sono già tornate in libertà. Il destino di Mariarosa Francescon - che oggi avrebbe 66 anni - è invece un buco nero. TUTTO INIZIA nel 2008, quando la Direzione distrettuale antimafia ed il Nucleo investigativo del Comando provinciale dei carabinieri con l’«Operazione Sottozero» scoprono un intreccio di denaro, minacce e sequestri. Un mediatore originario di Gela acquista per 110 mila euro una villetta da Mariarosa Francescon. Una volta avvenuto il pagamento, però, l’immobiliarista decide di non vendere più e la commercialista è costretta a restituire il doppio del valore della compravendita, ovvero 220 mila euro. Una parte della somma viene restituita, ma l’acquirente scopre che il resto è fatta di assegni scoperti firmati da Mariarosa Francescon. L’assicuratore che ha prestato denaro all’immobiliarista viene sequestrato dal creditore della 55enne e sotto la minaccia di un commando armato di pistole e fucili a canne mozze, viene costretto a girare beni ricevuti in eredità dal padre. L’assicuratore, per ottenere protezione si rivolge ad un gruppo di siciliani residenti nella Bassa, presunti affiliati al clan dei Madonia e alla famiglia Emmanuello di Cosa Nostra. Alla fine finiscono in carcere cinque persone. Tutte condannate e già tornate in libertà. Ma di Mariarosa Francescon non c’è più nessuna traccia.

Suggerimenti