«La cava Bornardina diventerà un buco nero»

di C.REB.
La Bornardina si trova del comprensorio in località Macogna
La Bornardina si trova del comprensorio in località Macogna
La Bornardina si trova del comprensorio in località Macogna
La Bornardina si trova del comprensorio in località Macogna

Torna nel mirino di Legambiente l’area di 197.608 metri quadrati in località Macogna Bornardina a Cazzago, che nei prossimi dieci anni dovrebbe essere riempita con quasi 3 milioni di metri cubi di materiale da scavo, terre, rocce e sottoprodotti. Con una lettera inviata al Settore Ambiente della Provincia e ai sindaci di Cazzago e Travagliato, il Circolo di Franciacorta chiede di valutare le proposte alternative presentate dai comitati ambientalisti e condivise dai Comuni confinanti. Nel frattempo auspica una provvedimento di sospensione dell’operazione promossa da Green Ever e un intervento di rimozione dello strato di 4-5 metri di rifiuti illegalmente smaltiti sul fondo della ex cava, anche per evitare che al posto degli scarti venga effettuato un ritombamento delle depressioni delle falde con materiali ambientalmente incompatibili. Secondo Legambiente, l’impiego di materiali frutto di attività di estrazione di cava destinati a colmare il bacino di escavazione esaurito va contro i fondamentali princìpi dell’economia circolare tanto auspicati dalla Provincia, che tende ad evitare o quanto meno a limitare l’uso di materiali di nuova estrazione. «Senza contare che si prevede la copertura con uno strato di appena mezzo metro di terreno vegetale, del tutto insufficiente qualora l’area venisse nuovamente adibita ad uso agricolo», sottolinea il presidente del Circolo, Silvio Parzanini. I materiali che si vogliono conferire nell’area della Bornardina «sono riutilizzabili, indenni da inquinamento, e dunque possono essere impiegati direttamente in opere edilizie di vario genere, alimentando il ciclo virtuoso del riuso - aggiunge Parzanini -. Ma a questo punto un dubbio sorge spontaneo: o si tratta di materiali privi di qualsiasi impatto ambientale, e allora si potrebbero impiegare diversamente, o sono rifiuti. Questo progetto costituisce una dissimulata attività di discarica, priva delle valutazioni e autorizzazioni di legge». Legambiente solleva anche il problema della nuova autorizzazione di 90 passaggi al giorno di mezzi pesanti, che andrebbe a sommarsi a quelli, numerosi, già autorizzati per le attività di escavazione, cementificio, trattamento rifiuti, riempimento area ex Descama, bitumificio e discarica. «Il traffico extra di camion - conclude Parzanini - impedirebbe ancora per decenni il transito ciclopedonale su via Bonfadina e non fruibile la ciclovia regionale di via Brusati». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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