«Gladio? Solo chi conosce la storia può giudicare»

Franco Piovani: fu «gladiatore»
Franco Piovani: fu «gladiatore»
Franco Piovani: fu «gladiatore»
Franco Piovani: fu «gladiatore»

Franco Piovani non aveva mai rinnegato la sua esperienza nella Gladio. In veste di addetto alla comunicazione, aveva fatto parte della cellula bresciana della rete internazionale Stay-behind che contava circa cinquanta affiliati, per lo più residenti nella zona della Bassa. LA STRUTTURA «segreta» di tipo paramilitare, presente non solo in Italia ma con nomi diversi anche in altri Paesi dell’alleanza occidentale, aveva il compito di impedire o rallentare una potenziale invasione sovietico-comunista. «Tutto quello che c'era da sapere su Gladio è diventato di dominio pubblico, quindi è inutile continuare a parlarne - spiegava Franco Piovani a chiunque gli chiedeva retroscena sull'organizzazione -. Le inchieste parlamentari e della magistratura hanno appurato che non c'erano moventi eversivi nell'attività di Gladio, e neppure collegamenti con la strategia della tensione. Nessuno ha fatto insomma nulla di male rispondendo alla chiamata dello Stato. Il nostro, peraltro, era un nucleo informativo con potenziali attività operative ridotte. Sulle squadre di assalto di Gladio si è romanzato molto, troppo». Franco Piovani era totalmente sicuro di una cosa: «Il giudizio sull'organizzazione lo può dare solo chi conosce bene la storia. Quelli - ricordava sempre - erano tempi in cui la democrazia italiana era ancora molto fragile». Un concetto che veniva da lui ribadito in tutte le diverse occasioni pubbliche in cui era stato chiamato a parlare, sempre con la sua grande franchezza, della Stay-behind bresciana.

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