Domenica di violenza
Leader condannato
a oltre 7 anni

di V.MOR.
Una scena dei violenti scontri tra antagonisti e Casapound
Una scena dei violenti scontri tra antagonisti e Casapound
Una scena dei violenti scontri tra antagonisti e Casapound
Una scena dei violenti scontri tra antagonisti e Casapound

Guido Taietti, esponente di spicco di Casapound, residente a Pontevico è stato condannato a 7 anni e due mesi di reclusione. Si tratta della pena più pesante inflitta nel processo per i violenti scontri scoppiati il 18 gennaio del 2015 nel piazzale del Foro Boario di Cremona dopo il match tra la Cremonese e il Mantova che vedeva imputate 17 persone. Il collegio dei giudici non ha ritenuto sussistere il reato di tentato omicidio di cui erano accusati i due leader di Casapound Gianluca Galli e appunto il 33enne Guido Taietti per i quali il pm Lisa Saccaro aveva chiesto la pena più alta, 8 anni.


PER IL SOLO TAIETTI è stato riconosciuto, oltre alla rissa, il reato di lesioni gravissime nei confronti di Emilio Visigalli. Galli, invece, è stato condannato a 2 anni e 6 mesi per rissa e porto di spranghe e bastoni. Tra le altre condanne, anche quella a 3 anni e due mesi a Emilio Visigalli, l’esponente del centro sociale Dordoni rimasto gravemente ferito per una sprangata alla testa. Pena di 4 anni e 4 mesi, invece, per Michele Arena, condannato per rissa e per lesioni nei confronti di Gianluca Galli. Il solo Taietti è stato condannato a risarcire i danni con una provvisionale immediatamente esecutiva di 30 mila euro. A sua volta Arena è stato condannato al risarcimento nei confronti di Galli. Dovrà versare una provvisionale di 5.000 euro. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro sessanta giorni. Solo a quel punto i difensori dei condannati decideranno se ricorrere in appello. PRIMA della sentenza, durante il processo è stata ricostruita una domenica di violenza che ricordava gli anni di piombo. Gli antagonisti del centro sociale Dordoni incrociano i militanti di Casapound. Dagli insulti si passa rapidamente alla guerriglia urbana. Le due fazioni inizialmente si fronteggiano a calci e pugni, ma poi spuntano anche spranghe e addirittura un piccone. Durante i tafferugli, a terra, ridotto in coma, finisce Emilio Visigalli, colpito con una sprangata in testa e preso a calci.


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