Quando sono arrivati nella tenuta lungo la via dei Fontanili a Pievedizio per soccorrere una persona caduta dal tetto di una cascina, si sono trovati davanti a una brulicante muta di cani da caccia di ogni taglia, razza ed età. Rilevato l’incidente domestico, il 63enne vittima della caduta è stato ricoverato al Città di Brescia con una prognosi di 60 giorni, i carabinieri del Radiomobile di Verolanuova hanno cercato di fare luce sulla provenienza degli oltre 40 animali ospitati nell’azienda agricola della frazione. Per prima cosa hanno mobilitato l’Ats che ha inviato a Pievedizio due tecnici del servizio veterinario. L’ispezione disposta sotto l’egida della procura non ha evidenziato maltrattamenti sui cani da caccia: tutti i quaranta esemplari erano in ottime condizioni di forma, ben nutriti e i box-ricovero avevano spazi idonei. Sono invece ancora in corso gli accertamenti di natura amministrativa: l’Ats e i carabinieri stanno verificando attraverso i microchip la proprietà degli animali, la maggioranza addestrati appunto per le battute di caccia e appurare perché fossero ospitati nella cascina. Nell’azienda agricola di Pievedizio non risultano infatti autorizzazioni relative a pensioni per cani o strutture per accoglienza. In passato erano giunte alle autorità delle segnalazioni di cicloturisti in transito sulla via dei Fontanili che avevano udito dei forti latrati provenire dalla tenuta. Ma a quanto pare nell’edificio rurale non sono mai stati effettuati controlli. Non appena le sue condizioni di salute lo consentiranno, il 64enne sarà ascoltato dai carabinieri. I cani resteranno per ora nella cascina accuditi da familiari e conoscenti del proprietario dell’immobile. • © RIPRODUZIONE RISERVATA