Autostrada della
Valtrompia. Esposto
alla Corte dei Conti

di Cinzia Reboni
Si apre un nuovo fronte alla vigilia del via  ai cantieri dell’Autostrada
Si apre un nuovo fronte alla vigilia del via ai cantieri dell’Autostrada
Si apre un nuovo fronte alla vigilia del via  ai cantieri dell’Autostrada
Si apre un nuovo fronte alla vigilia del via ai cantieri dell’Autostrada

L’ombra di un esposto alla Corte dei Conti offusca l’ottimismo del mondo politico e industriale bresciano, che ha accolto con soddisfazione la sentenza del Tar che ha abbattuto uno degli ultimi ostacoli per la costruzione della bretella Concesio-Sarezzo, respingendo il ricorso presentato dal Comitato No Autostrada che chiedeva la revisione della Valutazione di impatto ambientale scaduta da 17 anni. Dario Balotta assicura che la partita sull’opera non è chiusa. «LA SENTENZA del Tar ha innescato una serie di reazioni sorprendenti - sottolinea il leader di Europa Verde -. Il presidente della Provincia Samuele Alghisi esulta perché il Tar ritiene ancora valida la Via, a maggior ragione perché le varianti al progetto avvenute in questi anni hanno ridotto le dimensioni delle opere previste rispetto a quello originario. Infatti la galleria doveva essere a doppia canna, quindi con due corsie per senso di marcia, e invece ne avrà soltanto due, una per direzione. Ciò significa che i costi dovrebbero dimezzarsi, e invece rimangono gli stessi, vale a dire 200 milioni. Secondo l’esponente di Europa Verde «la domanda che non si è fatto il giudice del Tar se la farà la Corte dei Conti, cui presenteremo un esposto. L’Anas deve stare attenta ai passi che farà, visto che è evidente il danno erariale. Con il progetto dimezzato, perché non è stata dimezzata anche la spesa? Questa domanda il giudice non se l’è posta, purtroppo». Quanto all’utilità dell’infrastruttura, più volte ribadita dalla sentenza del Tar, «è un azzardo definire strategica quest’opera, sia perché in questi anni con la delocalizzazione delle industrie il traffico è diminuito, sia perché in futuro non crescerà con il mezzo privato bensì con quello pubblico, grazie al Piano dei trasporti che proprio la Provincia sta predisponendo - aggiunge Balotta -. Non sarà certo il raccordo della Valtrompia a risolvere il problema della mobilità. Le risorse, circa 155 milioni, ancora non spese per questo inutile progetto vecchio di trent’anni, tornerebbero utili per risolvere i problemi in decine di punti critici della viabilità bresciana: ponti, gallerie e incroci pericolosi. Asfalto drenante, copertura delle buche e nuova segnaletica verticale e orizzontale renderebbero le strade più sicure». Si tratterebbe di intervenire su 450 ponti e 40 chilometri di gallerie piene di buche, male illuminate e con perdite d’acqua, che insistono sul territorio. «Queste sono le priorità, alla luce anche della cronica assenza di risorse delle Province per la manutenzione - conclude Balotta -. E con queste spese diffuse sul territorio il moltiplicatore occupazionale sarebbe doppio». •

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