Valerio Morabito Nel cuore della notte hanno smaltito un carico di rifiuti pericolosi nella zona industriale di Bedizzole. Teatro dell’inquietante episodio, la piazzola tra via Adige e via Ticino nei pressi del supermercato Conad. STANDO AI PRIMI riscontri il materiale abbandonato è terreno impregnato da idrocarburi. Una circostanza rafforzata dai penetranti miasmi rilasciati dalla montagna di fanghi del peso stimato in una tonnellata. Che si tratti di un carico contaminato potenzialmente a rischio, lo conferma il fatto che i responsabili del raid indossassero delle tute isolanti abbandonate tra i rifiuti. Le impronte di pneumatici trovate sul luogo dello smaltimento lasciano intendere che il mezzo carico di terra, creta e fanghi fosse scortato da un furgone staffetta. Durante la giornata di ieri si sono susseguiti i sopralluoghi di Polizia locale, carabinieri e autorità sanitarie: la priorità è confermare la natura del materiale e stabilire il suo livello di tossicità. Il primo passo per mettere a punto una bonifica. NEL FRATTEMPO sono scattate le indagini per risalire ai responsabili. La speranza degli inquirenti è di trovare qualche indizio nei filmati girati dalle telecamere delle aziende della zona industriale e dai teloni che facevano in parte da «sudario» all’ammasso di materiale. Decisivo per cercare di risalire alla provenienza del carico stabilire il codice cer del rifiuto pericoloso, è quella di provare a mappare il territorio per capire se ci sono siti interessati a lavori di bonifica. Il sospetto è infatti che si tratti di materiale asportato da zone di scavo che invece di essere trasferito nei centri di smaltimento specilizzati è stato scaricato a Bedizzole. Dove ora bisognerà intervenire con incisività e rapidità per evitare la percolazione del materiale imbevuto di idrocarburi e forse, anche di metalli pesanti. La vicenda presenta risvolti inquietanti perchè mai in passato erano stati smaltiti rifiuti pericolosi in maniera così plateale e in una zona che non può certo essere considerata deserta. • © RIPRODUZIONE RISERVATA