CINEMA DALLA CAMERA

Maradona, il garage
Kubrick e la polenta
Con Elia Moutamid

di Sara Centenari
Elia
Elia
Effetto attività motoria

Oggi ci dedichiamo al cinema, perché grazie a Elia Moutamid e a «Effetto Quarantena» - la sua nuova serie su YouTube dopo «Arabiscus» - possiamo condividere una volta ancora quel che un personaggio mai abbastanza venerato come Jean Renoir diceva e scriveva, con le sue parole d'oro, di sua Maestà il cinema.

«Ogni cosa che si muove sullo schermo è cinema. In realtà mi capita spesso di sentir esprimere un parere del tipo: questo film può anche essere interessante, ma non è cinema. Non vedo perché l'utilizzazione di immagini animate debba essere riservata al melodramma tradizionale o alla commedia. Un documentario geografico è cinema quanto lo è Ben Hur. Un film che insegni l'alfabeto ai bambini è cinema quanto lo è una grossa produzione con pretese psicologiche. Il cinema secondo me è solo un'altra maniera di pubblicare. È un aspetto della trasformazione totale del mondo attraverso la conoscenza. Louis Lumière è un nuovo Gutenberg. Dobbiamo alla sua intenzione tanti disastri quanti se ne devono alla diffusione del pensiero mediante il libro».

Questa la conclusione estrema ma logicamente impeccabile del regista de «La grande illusione» e «La regola del gioco», usciti rispettivamente nel 1937 e nel 1939, tanto per citare due pilastri.

Allora, dicevamo, se ci chiamiamo Elia Moutamid e siamo stati capaci di creare un piccolo gioiello come il cortometraggio «Gaiwan» girandolo tutto dentro il cimitero Vantiniano di Brescia (selezionato allo «Short film corner» del festival di Cannes e invitato o premiato in decine di altri concorsi italiani e internazionali, realizzato con l'appoggio della Brescia Film Commission), allora possiamo fare cinema anche dentro un piccolo giardino del quartiere Sant'Anna di Brescia: cinema della «segregazione», anti-tragico, ma con il cuore oppresso dal dramma «esterno». Che a volte ci lambisce da vicino, oppure diventa sofferenza per altri seppur sconosciuti.

Un hortus conclusus tra vicini iperattivi, silenzio cosmico leopardiano senza inquinamento acustico e attrazione per le parodie delle pellicole dei maestri. Come quello che immaginandosi l'ormai lontano 2001 creò un capolavoro ineguagliato...

Tutto scorre leggero ma non frivolo, allegro ma non troppo, sarà anche per il talento della moglie attrice Valeria Battaini (autrice e interprete della premiata ditta Teatro 19); e sarà che Elia - che noi ci siamo abituati a chiamare Moutamid come sulla sua pagina Facebook (perché il cognome anagrafico Mouatamid viene continuamente «torturato») -  è riuscito pure a documentare in un film il viaggio che avvicina le origini agli approdi. Capovolgendo le due estremità. Suo padre arrivò in Franciacorta da Fes in Marocco, la città dove nacque anche suo figlio: qualche anno fa, con un assai fotogenico camion militare trasformato in camper, padre e figlio effettuarono  una traversata on the road e on the sea che è diventata «Talien». Un'avventura alla ricerca dello spirito del Mediterraneo su entrambe le sponde, alla ricerca di un'integrazione tra il sé della famiglia e della tradizione millenaria di partenza e quello della vita contemporanea, in un altrove che è molteplice sintesi di culture, anche quando qualcuno cerca di negarlo.

Un'opera che ha ottenuto il premio speciale della Giuria e il premio collaterale Gli Occhiali di Gandhi al 35° Torino Film Festival; poi la menzione speciale ai Nastri Argento DOC 2018 di Roma e quella di Italia In Doc a Bruxelles; fino a New York e altri lidi (miglior film anche alla terza edizione del Working Title Film Festival a Vicenza).

Proprio dall'esperienza felice di Torino scaturì la telefonata di Maurizio Zaccaro che volle Elia Moutamid nel lavoro intitolato «Nour» accanto a Sergio Castellitto che interpretava il medico Pietro Bartolo, un film girato sull'isola di Lampedusa.

 

Tra l'esplorazione appassionata delle ruote del «differenziale» (oggetto mitico trovato in garage da un novello Indiana Jones da bricolage padano), al brivido della macchina da scrivere più schizofrenica e paranoide della storia del cinema, fino all'esortazione a compiere una sana ginnastica casalinga, senza strafare - sotto il lume protettore dell'immenso Maradona - godiamoci le pillole di Elia e Valeria, condividendo anche i messaggi dei cartelli finali, utilissimi in tempi di convivenze forzate, spazi stretti, disperazione ammantata da speranza.

 

Effetto Quarantena: Volersi bene

Effetto Quarantena: Il differenziale

 

Clicca qui per vedere il canale di Elia Moutamid
https://www.youtube.com/channel/UCLPungBpFRgrrXFwLdq83SA/featured

Il cortometraggio GAIWAN
https://youtu.be/J3jS75ZRB34

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